L’Italia non combatte il legno illegale

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Non ha ancora adottato le norme sulle sanzioni e i controlli, senza le quali il Regolamento europeo del Legno (Eutr), che ha l’obiettivo di bloccare il commercio di legno illegale, non può essere applicato. Rischiamo di essere oggetto di una procedura di infrazione proprio durante il semestre di presidenza europea

L’Italia è stata bocciata dalla Commissione europea la scorsa settimana per non aver ancora adottato le norme sulle sanzioni e i controlli, senza le quali il Regolamento europeo del Legno (Eutr), che ha l’obiettivo di bloccare il commercio di legno illegale, non può essere applicato.

Secondo Interpol e Unep (Programma ambientale delle Nazioni Unite), il commercio di legname illegale è un business da almeno 22 miliardi di euro l’anno. Il taglio illegale costituisce il 50-90 per cento del volume delle attività forestali in aree tropicali chiave come il bacino dell’Amazzonia, l’Africa centrale e il Sudest asiatico.
Globalmente, è di provenienza illegale il 15-30 per cento di tutto il legname commerciato.
A più di un anno dall’entrata in vigore dell’Eutr, l’Italia resta inadempiente nei confronti dell’Ue e rischia così di essere oggetto di una procedura di infrazione proprio durante il semestre di presidenza europea. Greenpeace è preoccupata per il ritardo e la lentezza del processo di adozione del decreto da parte del governo italiano.
«Non c’è più spazio per le giustificazioni del governo, particolarmente adesso che vuole dare un’immagine di efficienza durante la presidenza del Consiglio dell’Ue – dichiara Esperanza Mora, della campagna Foreste di Greenpeace Italia -. Chiediamo alla Commissione europea di avviare azioni legali contro i Paesi che non hanno rispettato i loro obblighi».

L’Eutr è stato adottato dall’Unione europea quattro anni fa e secondo le valutazioni della Commissione la sua implementazione è incompleta in quasi la metà degli Stati membri, permettendo ancora l’immissione di legno tagliato illegalmente sul mercato comunitario.
La Commissione non ha valutato però la conformità delle sanzioni ai criteri fissati dalla normativa Ue: gli Stati membri devono garantire l’osservanza del regolamento Eutr attraverso un sistema di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, a carico degli operatori che importano legno illegale o non agiscono con la dovuta diligenza per prevenirne l’importazione.

Il decreto del ministro delle Politiche Agricole non prevede sanzioni adeguate per le violazioni dell’Eutr, in particolare nei confronti degli operatori che violano gli obblighi di diligenza. Queste sanzioni sono state ulteriormente ridotte dalla Conferenza Stato-Regioni, aggravando l’inadeguatezza del testo governativo. «Con sanzioni così deboli, l’Italia rischia di diventare la porta d’ingresso del legno illegale in Europa. Chiediamo alle commissioni parlamentari e al governo di adeguare il sistema di sanzioni della normativa italiana ai criteri di efficacia, proporzionalità e dissuasività previsti dal regolamento Eutr», conclude Mora.

Greenpeace ha denunciato il taglio illegale di legname nell’Amazzonia brasiliana e la sua esportazione verso diversi Paesi tra cui l’Italia, e segnalato formalmente al Corpo forestale dello Stato alcuni casi di ingresso in Italia di legno illegale proveniente dal Brasile e dalla Repubblica democratica del Congo.

La pagella della Commissione europea.

Lo schema di decreto per l’attuazione dell’Eutr.

Le indagini di Greenpeace (12)

La denuncia dell’Interpol e l’Unep.

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