La Selex abbandona il Sistri…

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Il palazzo di Montecitorio a Roma
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Tra quattro mesi, il Sistri non avrà più un gestore. La Selex Service Management, società controllata da Finmeccanica che ha creato e gestito finora il sistema telematico, ha comunicato al ministero dell’Ambiente che non intende proseguire l’attività nell’ambito del Sistri oltre la scadenza contrattuale del 30 novembre 2014

E si continua a parlare del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri). In quest’estate ballerina, meteorologicamente parlando, che porta il Pil a -0,2% facendo configurare l’Italia in piena recessione tecnica e visualizza incontri tra il premier Renzi e il suo antagonista-amico Berlusconi per un’attesa riapertura volta a modificare la riforma elettorale, si impone sulla scena politica anche la tanto discussa vicenda riguardante il Sistri.
Mentre il Decreto Competitività prevede una proroga alla Selex relativamente alla gestione del Sistri per un altro anno, è la Selex che questa volta fa marcia indietro dichiarando che abbandonerà la conduzione del Sistema il 30 novembre 2014.
Tra quattro mesi, il Sistri non avrà più un gestore. La Selex Service Management, società controllata da Finmeccanica che ha creato e gestito finora il sistema telematico, ha comunicato al ministero dell’Ambiente che non intende proseguire l’attività nell’ambito del Sistri oltre la scadenza contrattuale del 30 novembre 2014 e questo mentre il governo ottiene la fiducia sul Decreto Competitività che prevede una proroga alla Selex fino al 31 dicembre 2015 e un contestuale avvio di una gara europea per l’affidamento del servizio.
Così ora, oltre al caos operativo, che ha causato proroghe continue all’operatività del sistema, arriva anche quello amministrativo, perché entro il 30 novembre il Governo dovrà trovare un sostituto di Selex, oppure far valere la proroga stabilita dal Decreto Competitività.
In tutti i casi, le associazioni delle imprese interessate, le aziende e tutti quanti direttamente coinvolti dal Sistri, ribadiscono l’opposizione all’attuale Sistema, chiedendo il suo annullamento e la ricerca di una diversa soluzione.
Interessante risulta leggere le motivazioni espresse dalla Selex a spiegazione della decisione di abbandonare il Sistri. Risulterebbe infatti che tale decisione sia «legata alla volontà di evitare nuovi, ingenti danni, anche di immagine, in aggiunta a quelli, molto significativi, già subiti nel corso della durata del contratto, le cui previsioni sono state, peraltro, eseguite correttamente e diligentemente».
Continuando Selex contesta anche i «Numerosi interventi sul Sistri, avvenuti senza alcun coinvolgimento della società che hanno comportato un enorme squilibrio contrattuale, tanto nella fase precedente la sospensione del programma quanto in quella di riavvio, così da minarne irrimediabilmente il profilo economico-finanziario e la sostenibilità della sua prosecuzione».
Addirittura, il Sistri avrebbe potuto causare il “default di Selex Service Management”, che sarebbe stato evitato solamente grazie «all’ingente e continuo apporto di fondi da parte della controllante». In definitiva, oltre al danno anche la beffa. Si continua a fomentare un Sistema in cui chi ne ha fatto e ne continua a fare le spese risultano sempre le aziende coinvolte nella gestione dei rifiuti che rappresentano, tra mille difficoltà in un momento storico di grande sforzo economico, il cuore lavorativo dell’Italia.
E sono sempre le aziende a restare vincolate a un Sistema che non è mai stato pienamente operativo, che negli ultimi 5 anni, dopo la sua istituzione, ha visto il susseguirsi di svariati provvedimenti legislativi con innumerevoli modifiche, 7 rinvii e il tutto per non essere ancora completamente funzionante, un Sistema che richiede il pagamento del contributo annuale e spese connesse alla disinstallazione dei dispositivi Black Box, precedentemente installati e successivamente non più fruibili in quanto montati su mezzi autorizzati al solo trasporto di rifiuti non pericolosi, non più obbligati all’utilizzo del Sistri.
Questa è una vergogna.
Le associazioni di categoria insorgono e la Conftrasporti ha avviato un sondaggio in cui reclama: Cancelliamo il Sistri e facciamone ripartire uno nuovo che funzioni e combatta l’ecomafia, che non costi troppo, che sia compatibile con tutti i mezzi.

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