«Mai più bombe d’acqua»

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    «Adesso basta! Ora usciamo noi dagli argini e diventiamo un solo grande fiume in piena», con questo slogan si è formato un nuovo movimento di cittadini a cui aderisce il Forum ambientale dell’Appennino e il Comitato di tutela del fiume Calore. Si punta al Contratto di fiume Calore e al risanamento della Piana del Dragone

    Il Comitato di tutela del fiume Calore (Ctfc), in rappresentanza della Rete Forum Ambientale dell’Appennino (Faa), ha aderito al Movimento nazionale «Mai più bombe d’acqua» e alla manifestazione tenutasi il 1° dicembre scorso al Senato della Repubblica.
    Il 30 novembre nella sede del V municipio di Roma, in Via di Torre Annunziata 1, le realtà di base degli alluvionati, associazioni e comitati attivi nel promuovere la difesa del territorio e la prevenzione, si sono incontrati per fare rete e promuovere un movimento, dando vita a «Maipiù: Rete/Movimento delle comunità dei fiumi, dei versanti e del popolo degli alluvionati».
    L’incontro fondativo ha visto la partecipazione in loco di realtà diverse da Sicilia, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Liguria ed Emilia Romagna e il coinvolgimento attivo via Internet di altre realtà dal Veneto e dalla Sardegna. La giornata è stata convocata da un appello nazionale intitolato «Adesso basta! Ora usciamo noi dagli argini e diventiamo un solo grande fiume in piena».
    Il 1° dicembre tra le 15 e le 16 nella Sala di S. Maria in Aquiro in P.zza Capranica, si è svolta la Conferenza stampa di presentazione di «Maipiù». Ha presenziato l’evento come, rappresentante politico, il Senatore Campanella al quale è stato consegnato il documento dal titolo «Per una vita degna nelle comunità dei fiumi e dei versanti». Il documento, oltre a denunciare la situazione insostenibile di un Paese costretto a pagare con danni e lutti crescenti i prezzi di un territorio incapace di reggere alle piogge e lasciato in queste condizioni dalla responsabilità della politica, pone due questioni di fondo: la necessità di profonde riforme per il riordino del territorio delle aree a rischio idrogeologico intervenendo su come viene gestito il suolo; la ridefinizione di chi ha le responsabilità e come deve gestirle per evitare di proseguire nella farsa dello scaricabarile che non chiama mai nessuno a rispondere; la riforma della Protezione Civile perché diventi uno strumento di servizio reale ai bisogni dei cittadini; la sottrazione degli interventi del dopo emergenza all’arbitrio della politica per definire una legge nazionale in grado di assicurare a tutti i cittadini colpiti da alluvioni, frane o disastri ambientali le stesse condizioni e le stesse soluzioni. «Maipiù» ha annunciato la richiesta formale di incontro al Sottosegretario Del Rio, ai Presidenti delle Commissioni interessate di Camera e Senato ed alla Conferenza Stato regioni.
    Il Ctfc, in rappresentanza del Faa era presente e ha portato la sua testimonianza: l’annosa questione della bonifica della Piana del Dragone e la proposta di un contratto di Fiume per il Calore.
    La Piana del Dragone è un bacino endoreico chiuso di origine carsica, uno dei bacini più importanti dell’Appennino che si estende per 60 kmq, rivestendo rilevanza strategica per l’approvvigionamento di acqua potabile del mezzogiorno, alimentando le sorgenti che si riversano nei più importanti acquedotti meridionali.
    Il Bacino idrico della Piana del Dragone, che ricade nel Comune di Volturara Irpina, racchiude 12 Comuni: Cassano Irpino, Castelvetere sul Calore, Chiusano, Montella, Montemarano, Salza Irpina, Santa Lucia di Serino, San Michele di Serino, Santo Stefano del Sole, Serino, Sorbo Serpico, Volturara Irpina. I centri di pericolo per la Piana, in particolare, sono disponibili nel documento on line sul sito del Faa da prima dell’incontro del 17 maggio e in cui si evidenziano molteplici questioni attinenti alla bonifica montana, in primis l’annosa questione della depurazione delle fogne per le quali è stato finanziato un progetto regionale del valore di circa 10 milioni di euro, ma che intanto va affrontata nella sua complessità.
    Infatti, l’accumulo dell’inquinamento proveniente dalla Piana del Dragone viene diffuso con gli allagamenti ciclici sull’intero territorio della piana, nonché diffuso a gran parte delle sorgenti che servono i principali acquedotti meridionali: ABC di Napoli, Acquedotto Pugliese, Alto Calore.
    È necessario portare all’attenzione delle Istituzioni e degli Enti locali, regionali, nazionali la necessità di un approccio integrato e sistemico alla questione dell’inquinamento tristemente legata alle condizioni idrogeologiche .
    In un’ottica di visione complessiva del territorio con il Ctfc, portiamo avanti lo strumento del Contratto di Fiume, ovvero uno strumento per il governo partecipato sulle scelte fondamentali per come si gestisce e si governa il fiume, le sue sorgenti e i territori del suo bacino come la piana. Un progetto difficile che punta a cambiare le scelte politiche e sociali della nostra comunità indicando modelli di gestione ed uso del territorio che rendono vivibile e gratificante il rapporto fra comunità e fiume.

    (Fonte Forum Ambientale dell’Appennino e costituendo centro studi, ricerca e documentazione Comitato di Tutela del Fiume Calore)