Citizen Science, la scienza al servizio della comunità

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Un’attività di osservazione e raccolta dati che oggi è alla portata di tutti, grazie a strumenti tecnologici e di condivisione delle informazioni, che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla ricerca

Nasceva nel 1900 la così detta «Citizen Science», un’idea dell’ornitologo Frank M. Chapman come alternativa alla tradizionale caccia di uccelli di Natale e proseguita nel tempo come il censimento ornitologico ancora oggi in funzione e considerato come il più significativo, longevo, progetto scientifico cittadino dove chiunque con interesse per la natura, e questo indipendentemente dall’esperienza o formazione, è accolto e incoraggiato a partecipare.
Un’attività di osservazione e raccolta dati che oggi è alla portata di tutti, grazie a strumenti tecnologici e di condivisione delle informazioni, che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla ricerca.
Ed è in questo senso che la citizen science è stata talvolta definita come «partecipazione del pubblico nella ricerca scientifica» attività che, senza dubbio, può essere definita come la più ampia esperienza di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica rendendoli reali protagonisti nelle decisioni e nelle scelte politiche.
La citizen science in ambito ambientale, sta assumendo oggi un ruolo sempre più determinante vedendo la partecipazione attiva e volontaria dei cittadini nella ricerca e nello sviluppo di politiche ambientali a supporto dei decisori. I cittadini esprimono crescente interesse e preoccupazione per l’impatto umano sull’ambiente che comporta la perdita di biodiversità e un consecutivo peggioramento della qualità della vita.
Ed è attraverso la loro partecipazione attiva in campagne e progetti che i cittadini conoscono il loro territorio stimolando azioni mirate di monitoraggio ambientale da parte delle agenzie di controllo mettendo, i dati prodotti, a disposizione della comunità attraverso internet.
Relativamente al monitoraggio della qualità dell’aria parliamo di due progetti nostrani: Zero Ipa di PeaceLink e Green Tour di EuThink.
Il primo progetto prevede il monitoraggio degli idrocarburi policiclici aromatici da parte dei cittadini muniti di un analizzatore che non richiede analisi chimiche ma si basa su uno spettro di luce che analizza in tempo reale gli agenti inquinanti; il secondo progetto prevede invece un sistema di raccolta, elaborazione, diffusione e georeferenziazione dei dati ambientali sulla qualità dell’aria.
Dall’esperienza di PeaceLink e della start up EuThink, realtà che hanno eseguito numerose misurazioni della qualità dell’aria a Taranto, in Puglia e in altre parti d’Italia, nasce un libro «Zero IPA: il controllo ambientale dei cittadini». Il libro partendo dalle misurazioni svolte durante il «Green Tour» che ha riguardato i luoghi dove l’aria è più salubre elabora una strategia per il controllo e il contenimento dell’inquinamento atmosferico e getta le basi per un marchio di qualità dell’aria definito «Zero IPA».
Gli IPA, queste molecole cancerogene ubiquitarie che caratterizzano le città, le aree industriali e tutti i luoghi e le situazioni in cui avvengono combustioni inquinanti, sono inquinanti che sporcano l’aria quanto i nostri polmoni e che necessitano di un controllo serrato. Un libro divulgativo che punta a far avvicinare i cittadini a concetti e a termini complessi ma particolarmente importanti per comprendere i fenomeni dell’inquinamento atmosferico volendoli formare e rendendoli consapevoli delle loro stesse abitudini ancor prima di quelle che la nostra economia ci impone e questo stimolando partecipazione, coinvolgimento, auspicando una condivisione delle politiche adottate in termini ambientali.
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Elsa Sciancalepore