I Paesi che non mollano

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Siamo alle battute finali, il documento da votare tra oggi e domani è stato ulteriormente limato dalle sue 60 pagine è stato riportato a 48 pagine. In linea di massima sono tutti d’accordo ad incentivare l’uso delle energie rinnovabili, fino a raggiungere il 100% entro il 2030. Purtroppo esistono ancora delle resistenze nell’uso senza limiti dei combustibili fossili, tra questi Paesi ci sono il Brasile, la Cina, l’India e il Sudafrica. La delegazione più testarda di tutte resta l’India che non vuol rinunciare al suo uso smodato del carbone, la Cina invece è più disponibile, infatti ha già dichiarato che prevede di raggiungere entro il 2050 l’utilizzazione di fonti di energia rinnovabile per l’84% a danno dell’uso del carbone. Il Brasile che ha i suoi pozzi di petrolio e di gas resta riluttante a non utilizzarli completamente, stessa cosa per il Sudafrica.

Tuttavia al momento sono più di 100 delegati di altrettanti Paesi che sono pronti a firmare l’accordo per la riduzione graduale dei combustibili fossili. Come risposta alla minaccia globale di ridurre l’acquisto di petrolio e gas dai Paesi produttori, l’Opec continua a tenere basso il prezzo dei barili di petrolio al fine di disincentivare progetti capaci di soppiantare i combustibili fossili. Tra meno di 48 ore si scioglieranno i nodi e si saprà se la COP21 di Parigi è stata un successo o l’ennesimo fallimento.
Dai delegati delle Isole Marshall è partita la proposta , sostenuta da Avaaz, di «bombardare» di Sms i delegati delle 4 nazioni indecise e contrarie a schierarsi con il resto del mondo.
Ci è stato anche fornito l’indirizzo email su cui poter operare.