Emergenza rifiuti a Matera e Potenza

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foto V. Stano
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Esempi virtuosi vengono solo dai piccoli Comuni, mentre lasciano a desiderare gli standard dei due capoluoghi. Legambiente Basilicata Onlus: «Urge pianificazione seria e condivisa. Il governo regionale investa in un nuovo modello di raccolta e gestione». No a impianti per il solo pretrattamento della frazione organica o sovradimensionati

«Basta agli interventi tampone per fermare l’emergenza. Occorre al più presto una pianificazione del sistema rifiuti regionale seria, condivisa e moderna, che permetta finalmente alla Basilicata di uscire da una classifica nazionale che la vede fanalino di coda». È la richiesta al governo regionale della Legambiente Basilicata Onlus in seguito alle ultime tristi vicende che hanno riguardato la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in zone diverse della regione. Dal caso di Pisticci, con il collasso della discarica La Recisa e il conferimento all’inceneritore La Fenice di Melfi, alla notizia dei tre impianti di trattamento della frazione organica previsti nel Vulture Melfese che molto fanno discutere.
«Sono le conseguenze – afferma l’associazione – di un sistema arcaico basato tutto su discariche e incenerimento frutto dell’improvvisazione e dall’assenza di programmazione con costi elevati sia in termini economici sia ambientali. Se non si attiva una svolta subito si perpetuerà lo stato di perenne emergenza che non si risolve trasferendo i rifiuti da un impianto ad un altro ma cambiando il modello». È quanto sta accadendo negli ultimi mesi in Provincia di Matera dove la discarica di Pisticci, l’unica rimasta, è stata portata al collasso dalle molteplici ordinanze emanate con conseguente decisione di avviare ad inceneritore i rifiuti indifferenziati di gran parte della provincia.
Esempi virtuosi vengono solo dai piccoli Comuni, mentre lasciano a desiderare gli standard dei due capoluoghi (Potenza 24,3% e Matera 20,0% di raccolta differenziata), sebbene Potenza si stia avviando verso il cambiamento con il sistema del porta a porta, al momento partito nei quartieri pilota grazie al progetto «Condomini Ricicloni» in collaborazione con la stessa Legambiente Basilicata Onlus.
Montemilone (Pz), con una percentuale di raccolta differenziata del 70,05% ha vinto la scorsa edizione di Comuni Ricicloni. E che dire di Banzi (73,55%), Pignola (73,37%), Palazzo San Gervasio (66,52%), Acerenza (69,61%), Genzano di Lucania (69,32%), Forenza (66,21%) e Cancellara (65,49%). Comuni dell’Unione dei Comuni Alto Bradano che dal 2011 ha avviato il primo sistema di raccolta territoriale dei rifiuti in Basilicata, a cui dal 2013 si è unita anche Pignola.
Ma non è solo il dato sulla raccolta differenziata a preoccupare. Anche per l’impiantistica, la Basilicata è l’unica regione che fa registrare la totale assenza di impianti di compostaggio, obbligando quei Comuni sempre più numerosi che hanno deciso di avviare raccolte differenziate spinte a trattare la frazione organica fuori regione. L’unico impianto di biostabilizzazione che tratta la frazione umida è funzionale solo alla discarica o all’incenerimento, perché il prodotto in uscita non possiede caratteristiche idonee per essere commercializzato come compost e può solo essere destinato allo smaltimento. È sempre più evidente la necessità di un sistema che superi la logica dello «smaltimento» per passare ai sistemi basati sul recupero di materia, raggiungendo così oltre agli indubbi vantaggi ambientali, anche una maggiore intensità di occupazione con la creazione di centinaia di posti di lavoro.
In quest’ottica la Legambiente Basilicata Onlus, dichiarandosi come sempre ha fatto, a favore della realizzazione di impianti di compostaggio, rispetto alla questione del Vulture precisa: «ben venga la realizzazione di impianti di compostaggio, purché non siano sovradimensionati come nel caso di uno dei tre impianti previsti, progettato per il trattamento di rifiuti organici per una quantità pari al doppio di quella prodotta sull’intero territorio regionale. A nulla invece servono impianti che pretrattano la frazione organica al solo fine di trasferirla in altri impianti per il recupero energetico, come è il caso sempre di un secondo impianto del Vulture Melfese, a cui siamo nettamente contrari».
Si è persa completamente traccia, infine, della semplice rimodulazione dell’ecotassa per favorire i Comuni Ricicloni e penalizzare gli inquinatori, approvata nella finanziaria regionale e che prevedeva 60 giorni per la sua formulazione in dettaglio. Eppure in una regione come la Campania, con le bene note difficoltà di buona gestione del sistema rifiuti e su un territorio nettamente più vasto della Basilicata, ci sono Comuni che hanno raggiunto l’87% di raccolta differenziata, facendo della Campania di gran lunga la più virtuosa in tale campo dell’intero Mezzogiorno e con performance migliori anche di regioni del Centro Nord. Dimostrazione, questa, che quando esiste volontà politica si supera qualsiasi ostacolo.