Legge Ipogei, una bozza più che un ddl

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Un frantoio abbandonato a Scorrano nel Salento
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Apprezzabile la volontà di valorizzare la Puglia sotterranea, ma serve più conoscenza e la tutela non sempre va d’accordo con il turismo. Dell’Aquila: «è troppo generica ciò comporta che qualsiasi cantina e pozzo siano considerati e coinvolti in questa proposta di legge. Nel testo presentato, non si tiene conto della legislazione nazionale e regionale e quanto fatto sin ora. La proposta di legge demanda la salvaguardia e valorizzazione ai Comuni, assolutamente impreparati ad affrontare problemi di messa in sicurezza, problemi di tutela e progettazioni adeguate per la specificità degli ambienti ipogeici»

Presentato il disegno di legge a firma di dieci consiglieri regionali della Puglia, di schieramenti politici diversi, dal titolo «Valorizzazione e fruizione del patrimonio storico, culturale, archeologico e architettonico degli ipogei pugliesi». Un disegno di legge che si propone come obiettivo quello di valorizzare le cavità antropiche. Secondo i firmatari del disegno di legge, proposto in otto articoli, il disegno di legge «renderà meglio fruibile, anche mediante sistemi a rete, il patrimonio pugliese degli ambienti ipogei, in particolare nei territori dove essi costituiscono veri e propri sistemi sotterranei e dove è più evidente la loro estensione, articolazione e pluristratificazione».
L’argomento è di grande interesse per la Puglia, interesse trasversale che passa dalla difesa del suolo, alle ricerche storiche e archeologiche, agli studi sul paesaggio e sui beni culturali, alla valorizzazione turistica di questi ambienti sotterranei. La Puglia è una delle regioni con un’ampia distribuzione geografica di cavità antropiche e naturali riadattate dall’uomo, dal Gargano al Salento, e con diverse tipologie: frantoi ipogei, cantine, chiese rupestri, cave in sotterraneo, cripte, cisterne, granai, insediamenti archeologici, rifugi militari, acquedotti. Tipologie d’ipogei stratificatesi nei millenni e che vedono spesso analogie con altri insediamenti di altre parti del mediterraneo, particolarità che documenta un antico scambio culturale per l’utilizzazione del territorio.
Per meglio comprendere i contenuti e gli effetti del disegno di legge sugli ambienti ipogei abbiamo chiesto il parere all’esperto Franco dell’Aquila che possiede una vasta conoscenza dell’habitat rupestre dell’arco del Mediterraneo.

Franco dell’Aquila cosa ne pensa del disegno di legge sugli ipogei?
La definizione dell’oggetto della legge, riportata nell’articolo 1, è troppo generica ciò comporta che qualsiasi cantina e pozzo siano considerati e coinvolti in questa proposta di legge. Nel testo presentato, non si tiene conto della legislazione nazionale e regionale e quanto fatto sin ora. La proposta di legge demanda la salvaguardia e valorizzazione ai Comuni, assolutamente impreparati ad affrontare problemi di messa in sicurezza, problemi di tutela e progettazioni adeguate per la specificità degli ambienti ipogeici. Assolutamente da rigettare l’idea dell’utilizzo di mezzi meccanici ed elettronici per la riduzione dell’umidità. La maggioranza degli ipogei ricade in proprietà privata, quindi come i Comuni possono intervenire? In un solo articolo, e mi riferisco all’articolo 5, si uniscono problematiche diverse:
a. convenzioni Comuni-privati per la fruibilità;
b. si inseriscono gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria, le migliorie per la valorizzazione che vanno a cadere nei bilanci dei Comuni;
c. problemi fiscali coinvolgendo leggi nazionali, regionali e locali.
Il disegno di legge coinvolge i Comuni nella ricerca di sistemi di gestione con i coinvolgimento di privati in forma diretta o indiretta con partenariato pubblico-privato, il che significa l’assunzione di personale da parte dei Comuni?
Infine, è previsto il coinvolgimento della Regione per il finanziamento di progetti di fattibilità, concorsi d’idee e di progettazione totalmente in contrasto con la breve relazione anteposta agli articoli della proposta di legge.

Quello degli ipogei in Puglia è un tema molto sentito, lo stesso esperto dell’Aquila ha pubblicato il suo primo libro «Insediamenti rupestri» (edizione di Laterza) nel 1971. Argomento che forse merita un approccio più interdisciplinare e meno schiacciato sulla fruizione turistica a tutti costi. Non tutti i luoghi possono essere fruiti per motivi di sicurezza o di tutela del bene. È bene ricordare che la Puglia è tra le prime in Italia a essersi dotata di una legge regionale già nel 2009, la numero 33/2009 «Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico», legge che ha permesso di censire tra il patrimonio speleologico anche le cavità antropiche. Censimento inserito in un catasto con oltre 1.100 segnalazioni consultabile online.
Leggendo il disegno di legge e analizzando il giudizio dell’esperto Franco dell’Aquila sembra di cogliere la necessità di una rivisitazione organica del disegno di legge partendo dalla normativa già in vigore e magari agendo sulla nuova programmazione economica (POR 2014-2020) per inserire in maniera organica anche il vasto patrimonio sotterraneo della Puglia tra gli elementi da studiare, tutelare e solo dopo valorizzare.