Decarbonizzazione, il modello Brindisi

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Brindisi centrale carbone
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In occasione del convegno «Centrali a confronto» del Comitato No al Carbone e Wwf Brindisi, il Wwf Italia pubblica l’aggiornamento del dossier «Il carbone: voltare davvero pagina in Italia, in Europa e nel mondo» e rilancia il laboratorio di idee e progettualità «Brindisi adesso futuro»

Oggi a Brindisi, dalle 17 il convegno «Centrali a confronto, i casi di Brindisi, Porto Tolle, Vado Ligure», organizzato dal comitato No al Carbone e dal Wwf Brindisi, dove saranno messe a confronto le situazioni delle centrali divenute simbolo dell’uscita dal carbone.

In concomitanza con questo incontro, il Wwf Italia vuole illustrare le sue proposte verso la transizione giusta aprendo il laboratorio di idee e progettualità «Brindisi adesso futuro» e pubblica l’aggiornamento del dossier «Il carbone: voltare davvero pagina in Italia, in Europa e nel mondo».

Il Wwf conduce da anni una campagna per la chiusura delle centrali a carbone, il più inquinante tra i combustibili fossili. Nel corso di questa iniziativa, intitolata «NO al carbone, SI’ al futuro», sono state realizzate diverse azioni mirate alla decarbonizzazione dei siti in cui si trovano impianti a carbone e lo sviluppo di alternative economiche e occupazionali (vedi qui lo studio commissionato a Enea sulla Liguria, dove sorgono tre centrali a carbone, due delle quali chiuse) oggi con un focus strategico sulla situazione di Brindisi sud, che potrebbe diventare un modello nazionale (e anche internazionale) di giusta transizione. L’obiettivo è quello di mirare a un rapido processo di decarbonizzazione del settore energetico, arrivando alla chiusura di tutte le centrali a carbone in Italia entro il 2025 o anche prima. Per fare questo l’associazione si è mossa in modo articolato su tutti i piani: da quello legale a quello politico, dalla predisposizione di rapporti che forniscono strumenti concreti per facilitare il phase-out del carbone, alla realizzazione di eventi che mirano a coinvolgere i cittadini e i portatori di interesse, per fare emergere come una transizione giusta dal carbone alla green economy possa essere auspicabile non solo per l’ambiente, per la salute e per l’economia, ma anche per i lavoratori. Lo scorso anno la Sen (Strategia energetica nazionale) ha dichiarato l’obiettivo politico di chiudere le centrali a carbone entro il 2025 e il Wwf si augura che con il Piano energia clima che il Governo deve presentare in bozza entro la fine dell’anno tale decisione venga rafforzata da provvedimenti concreti e una timeline.

Il dossier «Il carbone: voltare davvero pagina in Italia, in Europa e nel mondo» inquadra la necessità di procedere con la massima celerità alla decarbonizzazione del sistema energetico, per contrastare i danni più gravi causati dai cambiamenti climatici e allo stesso tempo limitare i danni sanitari derivanti dai processi di combustione del carbone e evidenzia come il ragionare di transizione energetica verso un modello green sia auspicabile sia per ridurre i suddetti impatti, sia per innescare un nuovo modello occupazionale più equo e sostenibile.

A livello europeo è stimato che solo in termini di impatto sanitario (quindi senza considerare i danni climatici) la combustione del carbone provochi costi che possono arrivare a 62 miliari di euro all’anno. Se poi a livello mondiale si dovesse attribuire un costo sociale all’impatto climatico provocato dalle emissioni di carbonio, è stato scientificamente stimato che ogni tonnellata di CO2 emessa dovrebbe mediamente costare oltre 400 dollari. E se si considera che un MWh da carbone emette oltre 800 kg di CO2 si fa presto a capire come questa fonte energetica sia assolutamente insostenibile anche sul piano economico, a patto che si vogliano finalmente considerare le esternalità ambientali.

Il convegno di oggi a Brindisi si pone come occasione per mostrare come, partendo dagli aspetti di contenzioso legale (resi necessari per contrastare impianti dannosi, gestioni a volte discutibili e processi autorizzativi spesso poco rispettosi dell’ambiente e della salute delle persone), si debba poi arrivare ad affrontare il tema della transizione e lo si debba fare per tempo, in modo da creare prospettive di lavoro sostenibili per i cittadini. Con questo obiettivo nasce il laboratorio di progettualità e idee del Wwf Italia «Brindisi adesso futuro», un’iniziativa che vuole accompagnare la chiusura della centrale a carbone Federico II di Cerano e allo stesso tempo rilanciare in modo sostenibile l’intera area industriale. Non si ragiona più solo sulla data di chiusura di un impianto, ma ci si pone il problema di come rilanciare l’intera area, creando nuova occupazione sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Per fare questo il Wwf ha avviato una consultazione per raccogliere idee, suggerimenti e spunti aperta a imprese, associazioni, stakeholder e alle altre forme di aggregazione della società civile, che potranno diventare parte attiva nella progettazione del territorio sud di Brindisi.

Da oggi, fino al 18 febbraio 2019, si potrà partecipare al laboratorio «Brindisi adesso futuro» compilando il questionario on line.

(Fonte Wwf)