Salviamo Costa Ripagnola

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Un tratto di Costa Ripagnola, foto dal sito «I pastori della costa»
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Un tratto della provincia di Bari che ancora mostra le sue bellezze incontaminate, tra storia e natura. Il convegno «Costa Ripagnola: una bellezza senza tempo in terra di Bari» per esporre l’importanza della tutela di questo angolo di paradiso situato tra Mola, Polignano e Conversano

Terra di viandanti e stranieri, storici e gente di cultura, la Puglia ha sempre richiamato l’attenzione per lo splendore della sua terra, contraddistinta altresì dai suoi caratteristici rifugi per contadini, meglio noti come trulli, specchie e casedde risalenti al Medioevo e localizzati dal territorio di Bari sino a Gallipoli, basso Salento.

Così, la professoressa Fulvia Florino Dotoli, docente presso l’Università di Lecce e Bari, introduce il convegno incentrato sulla tutela della costa Ripagnola, organizzato dal comitato «I pastori della costa» in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro» e svolto presso l’Aula Magna Dipartimenti Biologici.

«È necessario che questo territorio venga curato e preservato, e che i turisti continuino a vedere una costa così bella e non snaturata», aggiunge la professoressa Florino Dotoli, sottolineando l’importanza storica della costa Ripagnola, raggiunta da personaggi del calibro di Émile Bertaux, l’abate di Saint-Non e François Lenormant.

È dal 1997, infatti, che il territorio a nord di Polignano a mare è destinato a diventare una zona protetta, grazie ad un emendamento che fu allora proposto dal Consigliere regionale dei Verdi, Mimmo Lomelo. Ma ad oggi, dopo circa 22 anni, nulla si è concretizzato, facendo accrescere il desiderio di alcuni imprenditori di prendere d’assalto l’area naturale.

Le ragioni della tutela

Durante il suo intervento, Giuseppe Corriero, direttore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, ha posto l’attenzione sulla conservazione e salvaguardia delle principali comunità acquatiche marine che si affacciano sulla costa Ripagnola, tra cui: la posidonia oceanica, di notevole importanza ecologia, bioindicatore della qualità delle acque marine costiere e purtroppo in forte regressione sulle coste pugliesi; il coralligeno, alga calcarea, e il coral reef, esteso per alcuni km e situata a 60-65 metri di profondità, formazione tipica di mari e oceani tropicali.

«Il mare è fortemente impattato dall’uomo, e conservarlo è importante. L’utilizzo di strumenti eccezionali come sono appunto le aree protette, può in questi casi consentire una buona sopravvivenza nel tempo delle comunità marine», ha aggiunto il direttore Corriero.

Circa le ragioni della tutela dell’ambiente terrestre, approfondisce, attraverso il suo intervento, il ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, Rocco Sorino. Sorino dichiara che la fauna, seppur non presente in modo eccezionalmente visibile nel territorio pugliese e già avvilita da frammentazione degli habitat, cambiamenti climatici e attività venatorie, andrebbe tutelata con particolare attenzione in questa parte di territorio, abitata da diverse specie di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, tra cui volpi, faine e donnole.

Sorino cita la Convenzione sulla Biodiversità, uno dei principali accordi adottati a Rio de Janeiro durante il Vertice sulla Terra del 1992, e di come questo trattato, in Italia in vigore dal 1993, abbia come obiettivo quello di conservare la biodiversità attraverso l’istituzione di aree protette.

Cosa si intende per area protetta

Per area protetta s’intendono riserve naturali in grado di mantenere l’equilibrio ambientale, incrementandone la biodiversità.

Fabio Modesti, giornalista ed ex direttore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ha discusso le forme della tutela della costa, elencando la possibile istituzione di:

  • Parco Naturale Regionale;
  • Riserva Orientata Regionale;
  • Parco o Riserva Naturale Regionale di interesse metropolitano o locale;
  • Area annessa alla riserva naturale orientata dei Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore;
  • Area marina protetta.

Modesti mette in campo anche la possibilità dell’iniziativa legislativa regionale popolare «per cui ai sensi dell’articolo 15, commi 1 e 2, dello statuto della Regione Puglia (…), si esercita mediante la presentazione di progetto redatto in articoli e sottoscritto da almeno 12.000 elettori della regione». In particolare, aggiunge Modesti, nella legge regionale sulle aree protette regionali del 1997, «vi è proprio una specifica previsione per cui alla istituzione di un’area protetta si possa arrivare attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare». Infatti, l’articolo 7, commi 1,2,3, conferisce questo input estremamente rilevante, voluto allora dal legislatore per affermare che l’istituzione di un’area protetta può essere il frutto di un movimento popolare, attraverso una proposta a norma dello statuto.

«Una proposta per il territorio, innanzitutto, e per gli abitanti di questo territorio, affinché si possa continuare a fare un bagno guardando un boschetto di ginepri, fare una passeggiata tra specchie e trulletti» ha dichiarato Vincenzo Miccolis, avvocato e membro del comitato «I pastori della costa», proponendo di creare un marchio locale affinché venga valorizzata ancora di più questa parte di territorio.

Presente al convegno anche il presidente del consiglio comunale di Bari e consigliere della città metropolitana di Bari Michelangelo Cavone, il quale manifesta il proprio interesse verso la zona discussa, apponendo grosse responsabilità alla politica regionale. «Noi abbiamo il dovere di portare avanti questa iniziativa», ha dichiarato.

A terminare il convegno l’intervento di Antonella Laricchia, consigliera regionale della Regione Puglia, la quale espone i problemi relativi all’iter dell’istituzione del parco, processo avviato nel 2000, aggiornato prima nel 2005 e, l’ultima volta, nel 2006. La consigliera parla anche di un contenzioso in corso con un imprenditore del Parco dei Trulli e la Regione Puglia, che dovrebbe risolversi entro fine febbraio. Il contenzioso riguarda la contrazione delle volumetrie, la disposizione di sottoporre alla Vas (Valutazione ambientale strategica) e il divieto di frazionamento.

«L’istituzione di un parco non significa affatto uno stop alle attività imprenditoriali. Esistono attività imprenditoriali che sono totalmente compatibili con l’istituzione di un parco, anzi, il miglior modo per vedere degradare e morire un bene è proprio quello di non utilizzarlo. Invece, l’utilizzo compatibile con l’istituzione di un parco, nel caso di un’area naturale, è il miglior modo per tutelare quell’area. Usare un bene in maniera compatibile rispetto al suo valore culturale e turistico è il miglior modo per garantirne l’esistenza per sempre», ha dichiarato la consigliera Laricchia.

La volontà dei cittadini, già mostrata nel lontano 1997, nel voler salvaguardare e preservare la costa Ripagnola si rinnova ancora una volta, con la speranza che a breve le istituzioni compiano un passo concreto verso la realizzazione di un parco naturale, che assicuri una tutela completa del territorio, andando a valorizzarlo.

Cristina Di Leva