Goethe, non solo grande letterato…

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GOETHE Meditazioni
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Fu anche un grande e raffinato scienziato. Non si fermava all’analisi o all’esame di un particolare ma guardava l’insieme ed alcuni suoi lavori sono avveniristici. Piano B ripropone le sue «Meditazioni sulla Natura»

«Nelle scienze naturali non si può discutere autorevolmente di certi problemi senza chiamare in aiuto la metafisica; ma non quella filosofia di scuola che si appaga di vocaboli: bensì quella saggezza che era prima della fisica, che coesiste con essa e che ci sarà dopo che essa non sarà più». È una delle tante frasi raccolte nel prezioso volumetto di Johann Wolfgang Goethe, «Meditazioni sulla Natura», edito da Piano B.

Molti conoscono il grande Goethe come scrittore, poeta, drammaturgo, filosofo, teologo… considerato come uno dei più grandi letterati tedeschi. Ma Goethe fu anche un grande e raffinato scienziato.

Non si fermava all’analisi o all’esame di un particolare ma guardava l’insieme ed alcuni suoi lavori sono avveniristici. A lui si devono importanti scoperte scientifiche sulla natura foliare, sulla teoria della derivazione delle ossa e sull’anatomia comparata. Ha offerto spunti di riflessione sulla medicina olistica, studi botanici sull’intelligenza delle piante e sul mistero del seme.

Per Goethe la grandezza dell’uomo di scienza sta nel riconoscimento dei propri limiti, nella forza morale libera e creativa non condizionata da regole preconcette».

Interessanti i due saggi di Rudolf Steiner, posti alla fine, che danno una lucida interpretazione del modo di intendere la scienza, la ricerca e la natura in una visione complessa legata alla vita e di cui noi ne facciamo parte.

Tenendo presente che Goethe è morto nel 1832, si intuisce la sua modernità, lungimiranza, grandezza.

«Il prevalere delle macchine mi preoccupa e tormenta; è un movimento che lentamente si avanza come un temporale, ma che ha già preso la sua direzione: arriverà e ci investirà». Un pensiero scritto nel 1821: come non essere sconvolti dalle capacità visionarie di questi grandi del passato e quanta tristezza nel constatare che nulla abbiamo conservato del loro insegnamento. Come afflitti da un smemoratezza collettiva non ricordiamo niente e ripetiamo gli stessi errori.

I. L.