Il particolato uccide i cittadini europei

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Nella foto, le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente sulle morti premature per l’esposizione al PM2,5 e per il biossido di azoto.
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No a posticipare la riduzione degli inquinanti al 2040

֎Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), sono 253.000 i decessi nell’Unione europea (Ue) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’Oms.  Medici, epidemiologi e cittadini scrivono al Ministro dell’Ambiente sulla Direttiva per la qualità dell’aria֎

I negoziati di revisione della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente devono essere conclusi con urgenza prima delle elezioni dell’Ue di giugno. Mentre continuano i negoziati sul trilogo, il Consiglio ha incluso il potenziale per esenzioni decennali dall’adesione ai valori limite di inquinamento atmosferico legalmente vincolanti, sulla base del Pil dei paesi rispetto alla media dell’Ue. Ciò potrebbe significare che quasi due terzi dei paesi dell’Ue potrebbero posticipare la riduzione degli inquinanti atmosferici dannosi per la salute fino al 2040. A sua volta, ciò porterebbe inevitabilmente a crescenti disparità sanitarie nell’Ue e a una grande diversione dal valore fondamentale dell’Ue dell’uguaglianza.

Il più alto numero assoluto di morti premature nel 2021 a causa di PM2,5 è stato osservato in Polonia, Romania, Italia, Spagna e Germania secondo un recente rapporto dell’Eea. Ebbene, tutti questi paesi, ad eccezione della Germania, sarebbero autorizzati a richiedere esenzioni per motivi di un Pil più basso se la norma proposta dal Consiglio passasse.

Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), sono 253.000 i decessi nell’Unione europea (Ue) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’Oms.

L’inquinamento atmosferico continua ad essere il più grande rischio per la salute ambientale nell’Ue. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, il 97% della popolazione urbana respira aria che è considerata malsana dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ciò si traduce in centinaia di migliaia di morti premature e centinaia di miliardi di euro di costi sanitari ogni anno.

Le discussioni finali del trilogo su questa direttiva cruciale si terranno il prossimo 20 febbraio.

Per questo Isde Italia, l’Associazione italiana di epidemiologia e cittadini per l’aria ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

 

(Fonte Isde)