«Spending review» e parchi… un piccolo caos

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Un vero esempio di come nel nostro Paese si sia totalmente persa la bussola della democrazia. E questo suona ancor più strano a fronte della tanto sbandierata «trasparenza», «partecipazione» e «semplificazione», oltre che «sburocratizzazione della Pubblica Amministrazione»

Il decreto legge della «spending review» (D.L. 95/2012), convertito in legge a fine luglio 2012, è stato emanato con l’obiettivo di garantire l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e apparati pubblici. Ricordiamo che la legge stabilisce che i successivi decreti attuativi sulla riduzione delle dotazioni organiche devono essere adottati entro il 31 ottobre 2012, ma così non è stato (almeno per gli Enti parco) e stiamo ancora aspettando.
Si tratta di un intervento normativo che si sta rivelando, tuttavia, un vero esempio di come nel nostro Paese si sia totalmente persa la bussola della democrazia. E questo suona ancor più strano a fronte della tanto sbandierata «trasparenza», «partecipazione» e «semplificazione», oltre che «sburocratizzazione della Pubblica Amministrazione», in nome delle quali negli ultimi anni sono state scritte leggi, leggine e una infinita mole di documenti.

Il trattamento che si prevede in favore dei cittadini, pare che il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione non lo rivolga, però, verso l’interno delle P.A., che si vedono, invece, a suon di decreti legge, depauperate di una serie di poteri, senza il mimino rispetto della propria autonomia, primo di tutti quello di determinare il proprio fabbisogno di risorse umane. Con la «spending review», infatti, è la prima volta che la rideterminazione delle dotazioni organiche degli enti viene stabilita direttamente dal Ministero e all’ente interessato compete solo essere sentito, trasmettere i dati e una proposta. Una proposta, peraltro, chiesta e per lo più ottenuta in pochissimi giorni, dato che la direttiva attuativa del Dipartimento della funzione pubblica è stata pubblicata il 24 settembre e gli enti dovevano trasmettere i dati entro il 28 settembre… mentre i ministeri entro il 4 ottobre. Per quanto riguarda i 23 Enti parco, vi sarà stato al massimo qualche giorno di slittamento nel rispetto di tali date.
D’altro canto è chiaro che tale potere è, invece, dell’ente pubblico, considerato che gli artt. 5 e 6 del Dl.lgs 165/2001 (Testo Unico sul pubblico impiego), che disciplinano proprio questa materia, non hanno subito trasformazioni da questo punto di vista e prevedono che la rideterminazione della dotazione organica sia effettuata dall’ente direttamente, mentre ai ministeri vigilanti compete solo il potere di approvare i relativi atti entro 90 giorni dal ricevimento (art. 29 della L. 70/1975, per quanto concerne gli Enti parco).

Una modifica normativa che ha subito il richiamato art. 6 riguarda, invece, la partecipazione sindacale nel procedimento della rideterminazione della dotazione organica, per cui basta la semplice «informativa» sindacale; ma nel caso dei tagli della «spending review» l’informativa è stata centralizzata, e quindi ridotta di significato, in barba alle esigenze degli enti e dei lavoratori di ciascuna differente realtà. Insomma massima centralizzazione e minima partecipazione. Questa è trasparenza e democrazia?
Forse in prima battuta si potrebbe obiettare che il processo di riduzione delle spese del personale sia stato unificato al fine di consentire le cosiddette «compensazioni» tra enti, dando la priorità al taglio dei posti vacanti rispetto a quelli coperti. Ma non si comprende come i dati sui posti coperti e vacanti non fossero già più che noti prima dell’emanazione del D.L. 95/2012 («spending review»): ogni anno, infatti, viene redatto on line (sul sito della ragioneria Generale dello Stato) il conto annuale del personale sulla consistenza e struttura del personale in servizio; inoltre all’inizio dell’anno (entro il 31 gennaio 2012) la Funzione Pubblica aveva richiesto una ricognizione del personale di ruolo, con la circolare del 25 gennaio 2012.

Noi forse saremo anche dei rudi operatori della natura, ma pur soprassedendo a tutto ciò, non possiamo fare a meno di vedere come vi sia una totale inversione dell’ordine logico delle cose. Infatti, in coerenza al richiamato D. Lgs 165/2001, tutt’ora in vigore, la determinazione della dotazione organica deve derivare dall’analisi dei compiti istituzionali, e deve tener conto delle fondamentali competenze e funzioni che individuano le missioni dell’amministrazione. In tal senso, deve trattarsi non già di un mero atto formale ma di un atto di programmazione e pianificazione che concorre alla definizione di un sistema complessivamente efficace ed efficiente di gestione delle risorse (Circolare n. 1/2004_UPPA). È solo all’esito di tali comparazioni e pianificazioni che sarebbe possibile valutare se ci sono esuberi, cioè eccedenze (persone in «più») rispetto a quanto necessario per le competenze e funzioni da svolgere. Questo non è stato attuato e si tratta di logica, prima che di adempimento alla Legge.
Con la «spending review» invece si definiscono prima i tagli (e quindi le eccedenze) e poi (solo dopo) si procede con la pianificazione (i regolamenti di organizzazione dovranno essere emanati dagli enti entro il 30 aprile). E questa è razionalizzazione? È coerente con i principi di privatizzazione della pubblica amministrazione? Ma quale azienda privata agirebbe così, senza ragionare sui costi e benefici di una riorganizzazione ponendosi prima di tutto obiettivi e poi razionalizzando le risorse?
Il ministro Griffi parla di esuberi (prima circa 4.000, ora pare se ne stiano aggiungendo altri 2000, stando alle ultime dichiarazioni che circolano nella rete internet). Dice che i numeri non saranno certi prima della fine di dicembre. A quanto pare il termine del 31 ottobre è ordinatorio e quindi anche se non rispettato non comporta sanzioni immediate, almeno per chi lo sta violando.
Insomma, Signori, almeno cercate di rispettare i termini che voi stessi vi siete dati! Altrimenti dovremmo dubitare sulle vostre capacità pianificatorie, e questo non ci fa certo ben sperare sul resto del processo di razionalizzazione!
Intanto noi aspettiamo, pensiamo, speriamo, immaginiamo. Ma nel contempo riflettiamo sulla procedura seguita…