Il capovaccaio (Neophron percnopterus) è un piccolo avvoltoio migratore che sverna in Africa e giunge in Europa meridionale nel mese di marzo per nidificarvi. Il capovaccaio pesa sino a 2,5 kg e raggiunge un’apertura alare di 1,8 metri. Posato a terra un adulto ha un aspetto inconfondibile, con il piumaggio bianco e nero, la pelle della faccia gialla e le zampe rosa. Il giovane ha il piumaggio marrone scuro, zampe e pelle della faccia grigi. In volo è un uccello stupendo con un bel contrasto tra il bianco del corpo ed il nero che contorna le ali, simile alla cicogna.
Nonostante il carattere pacifico e la sua indubbia utilità come spazzino ambientale, il capovaccaio, ad eccezione della Spagna che ospita ancora circa 1.400 coppie, è andato man mano scomparendo dall’Europa a causa di persecuzioni dirette, del disturbo nei nidi e delle campagne di avvelenamento dei predatori, i cui cadaveri a loro volta avvelenano gli avvoltoi. In Italia sono rimaste soltanto una quindicina di coppie nidificanti in Basilicata, Calabria e Sicilia.
Come vive
Il capovaccaio trascorre i primi anni della sua vita in Africa (con alcune eccezioni) per poi tornare nei luoghi dove è nato, all’età di 6-7 anni, per riprodursi. La coppia sceglie per nidificare gli anfratti di pareti rocciose ed utilizza per la costruzione del nido materiali vari come rametti e lana di pecora.
Depone una-due uova che vengono covate da entrambi i genitori per 42 giorni. I giovani si involano solitamente in luglio-agosto.
Il capovaccaio, da buon avvoltoio, si ciba di animali morti (non attacca mai animali selvatici o domestici), di placente, di qualunque rifiuto organico anche di origine vegetale, e persino di sterco, svolgendo così l’utile ruolo di «spazzino» dell’ambiente naturale. Il suo nome sta proprio ad indicare il fatto che questo avvoltoio si trova spesso a «razzolare» in mezzo agli animali al pascolo, senza spaventarli minimamente.
Gli Egizi adoravano il capovaccaio come una divinità perché rappresentava la trasformazione degli scarti dell’uomo e degli animali in un bianco ed immacolato uccello. Per alimentarsi, infatti, si accontenta di poco ed in cambio allieta il cielo con il suo stupendo volo, che nel periodo riproduttivo comprende anche ardite acrobazie.
Non danneggia la fauna liberata per uso di caccia anzi, mangiando solo animali morti, evita il diffondersi di malattie tra gli animali selvatici, ripulendo l’ambiente da eventuali fonti di infezione. Il Progetto Capovaccaio prevede anche di preparare appositi luoghi, recintati contro volpi ed altri predatori, dove fornire cibo ai giovani liberati.