Entro il 2010 l’Italia dovrà ridurre le emissioni di gas del 6,5% rispetto al 1990. Le emissioni dovranno così passare da 521 milioni di tonnellate di carbonio del 1990 a 487 milioni di tonnellate
MILANO – Entro il 2010 l’Italia dovrà ridurre le emissioni di gas del 6,5% rispetto al 1990. Le emissioni dovranno così passare da 521 milioni di tonnellate di carbonio del 1990 a 487 milioni di tonnellate.
Nel frattempo, però, si è verificato un nuovo problema e cioè che dal 1990 le emissioni sono aumentate a 546 milioni di tonnellate e lo scenario tendenziale al 2010, qualora non fossero adottate misure, risulta pari a 580 milioni di tonnellate, con un gap effettivo stimato di 93 milioni di tonnellate. Di questo si è parlato oggi al Cop9, la conferenza sul cambiamento di clima in corso a Milano. Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente, ha illustrato le misure fino ad oggi adottate e quelle che l’Italia adotterà nell’immediato futuro per rispettare il protocollo di Kyoto.
«Le misure già adottate – ha spiegato Clini – comprendono l’attuazione di programmi già previsti da leggi e direttive europee, da decreti ministeriali e da delibere del Cipe in materia di produzioni di energia, di riduzione dei consumi energetici, di smaltimento dei rifiuti e di miglioramento dell’efficienza nei trasporti». Clini ha anche spiegato che tra le misure che si considerano già adottate sono comprese quelle che riguardano l’aumento della produzione nazionale e delle importazioni di energia elettrica.
«Per effetto di tutte quelle misure che già abbiamo adottato – ha spiegato il direttore generale del ministero dell’Ambiente – al 2010 la crescita delle emissioni è stimata in 528 milioni di tonnellate contro le 580 dello scenario tendenziale. In questo modo il gap è ridotto a circa 40 milioni di tonnellate». L’Italia per rispettare il protocollo di Kyoto ha anche adottato una serie di iniziative per ridurre i gas che producono l’effetto serra. Tra queste ci sono molti interventi per l’aumento e la migliore gestione delle aree forestali e boschive, il recupero di territori abbandonati, la protezione del territorio dai rischi di dissesto e desertificazione mediante la riforestazione. «Queste misure – ha spiegato Clini – consentono un aumento della capacità di assorbimento del carbonio corrispondente a una riduzione equivalente di emissioni per un totale di circa 10 milioni di tonnellate, che riduce il gap a 30 milioni». L’ Italia nel deliberare le misure da adottare per ridurre le emissioni di gas, ha tenuto conto anche di due fattori: ridurre le emissioni con il minor costo senza incidere sulla modernizzazione dell’economia italiana.
Insomma creare sviluppo industriale senza però incidere sull’ambiente. Alcuni programmi sono già in fase di attuazione come, ad esempio, la promozione della microcogenerazione di elettricità e calore, la diffusione di elettrodomestici e dispositivi elettrici ad alta efficienza, l’introduzione di nuovi motori industriale e l’eliminazione delle emissioni di acido adipico e nitrico. «La realizzazione di questi programmi – ha spiegato Clini – consentirà di colmare il gap residuo di riduzione delle emissioni pari a 30 milioni di tonnellate. I costi netti di tali programmi, nel corso dei prossimi otto anni, sono compresi tra 120 e 300 milioni di euro». Ma non
sono solo queste le iniziative adottate dall’Italia per migliorare l’ambiente e rispettare il protocollo di Kyoto. Altri programmi in questo senso sono stati avviati e tra questi figura il progetto idrogeno che prevede la sostituzione di oltre 10 milioni di veicoli circolanti con nuovi veicoli ad alta efficienza e basse emissioni. «Questi programmi – ha concluso Clini – coerenti alle politiche per la modernizzazione dell’economia, hanno un potenziale di riduzione delle emissioni compreso tra 30 e 60 milioni di tonnellate».
(Fonte Ansa)