Cos’è il MetOp

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MetOp, la cui sigla sta per Meteorological Operational Satellite Programme (Programma Meteorologico Operativo da Satellite), nasce da un accordo tra la Noaa, che è l’amministrazione americana per l’atmosfera e gli oceani, ed Eumetsat, l’ente europeo che coordina e gestisce le missioni e i dati satellitari.
MetOp è un grande parallelepipedo dotato di ali fotovoltaiche, di nove strumenti per la meteorologia, cinque dei quali identici a quelli già in uso a bordo dei satelliti in orbita polare dell’agenzia americana Noaa.
Questo satellite non sarà che il primo di una serie di tre, che verranno lanciati con un ritmo di cinque anni circa, i quali assicureranno alta qualità di dati meteorologici e climatici almeno fino al 2020.
La sua posizione orbitale rappresenta una grande novità rispetto ai precedenti «Meteosat», sempre collocati nell’orbita detta «geostazionaria». Si tratta di quei satelliti che continuano a fornirci le immagini, in televisione e sui giornali, dell’Italia e dell’Europa, magari belle limpide, oppure con ampie coltri nuvolose sopra di esse.
Un satellite geostazionario, come ricorda il nome, si trova sempre sullo stesso punto rispetto alla Terra. Per questo, deve girare alla stessa velocità del nostro Pianeta e deve trovarsi a una quota piuttosto elevata, di 36.000 chilometri, su quella che viene chiamata «orbita geostazionaria».
MetOp sarà, invece, un satellite dall’orbita circumpolare, il primo satellite meteorologico polare europeo. Andrà a fare compagnia ai due satelliti polari de la Noaa. Poi, MetOp-A prenderà eventualmente il posto di quello della mattina. Da quel momento, Europa e Stati Uniti si divideranno i compiti.
Fra gli strumenti a bordo, cinque di essi rappresentano nuove realizzazioni europee, mentre gli altri sono forniti dalla Noaa ed altri enti che partecipano al programma scientifico della missione.
Fra i vari strumenti europei del MetOp, vi sarà lo Iasi (Infrared Atmospheric Sounding Interferometer) sviluppato dall’agenzia spaziale francese, che avrà il compito di misurare la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, derivandone importanti informazioni sull’umidità e la temperatura nella bassa stratosfera e nella troposfera, la parte di atmosfera nella quale si svolgono i fenomeni meteorologici. Queste informazioni saranno complementate dal nuovo strumento Gras (Global Navigation Satellite System Receiver for Atmospheric Sounding), basato nell’utilizzo del segnale Gps attraverso l’atmosfera, ed il Mhs (Microwave Humidity Sounder) che invece sfrutta le microonde. L’umidità e la temperatura sono infatti dati essenziali per le previsioni del tempo.
Altri dati che riguardano il vento sulla superficie del mare e degli oceani, saranno invece forniti dallo strumento Ascat (Advanced Scatterometer), mentre vi sarà molta attesa anche per i dati che giungeranno dal Gome-2 (Global Ozone Monitoring Experiment 2), una versione aggiornata di quello già inviato in orbita con il satellite ambientale Ers, che dovrà rilevare i profili di ozono atmosferico e di altri costituenti gassosi dell’alta atmosfera.

(Antonio Lo Campo)