Decisioni politiche congiunte della Cop-11 e Cop/Mop-1

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La principale decisione politica riguardava il futuro del protocollo di Kyoto ed in particolare il raggiungimento dell’obiettivo di cui all’art. 2 della Unfccc (e cioè la stabilizzazione delle concentrazioni in aria di gas serra ad un livello tale da non essere pericoloso per i sistemi ecologici ed ambientali e per lo sviluppo socio economico dei sistemi umani).

L’Unione Europea aveva individuato, sulla base degli studi di Ipcc, che il livello pericoloso fosse da considerare quello corrispondente ad un aumento del riscaldamento globale oltre i 2°C. Tale livello dei gas serra ed in particolare dell’anidride carbonica si situa tra 500 e 550 ppm (quello attuale è di 380 ppm). Per non superare 500 ppm è necessario ridurre le emissioni di gas serra, ed in particolare di anidride carbonica di circa il 60% entro gli anni compresi fra il 2040 ed il 2050. Di conseguenza la UE proponeva, inizialmente, un taglio delle emissioni del 30% entro il 2030 e del 60% entro il 2050. Le resistenze di Cina, India e Usa a porre limiti o vincoli di alcun genere alle emissioni, hanno fatto fare marcia indietro alla UE che si è quindi prodigata per avviare un processo non vincolante, ma tale, nei fatti, che potesse comunque portare a risultati simili.