Foreste protette solo in patria

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Le misure intraprese dal governo cinese per proteggere il proprio patrimonio boschivo e le crescenti necessità di legname stanno depauperando le foreste di molti altri paesi. D’altro canto la richiesta di qualunque merce sta crescendo in modo esponenziale. Il consumo di cereali, carne, carbone e acciaio ha già superato quello americano, per un volume di importazioni che pone la Cina al centro dell’economia mondiale delle materie prime. È il secondo importatore di legno dopo gli Stati Uniti, ma si accinge a doppiarli a causa della crescente richiesta di mobili e materiali da costruzione.
Nel rapporto diffuso lo scorso marzo il Wwf sottolinea che in Cina la domanda di legname non è coperta dalla produzione interna, in quanto occorrerebbe circa il doppio degli attuali 142 milioni di metri cubi annui. Secondo l’Itto (International Tropical Timber Organization) le importazioni arriveranno a triplicare ed entro il 2010 la Cina diverrà il primo importatore al mondo, superando gli Stati Uniti ed eclissando il Giappone.
Attualmente parte del legname proviene da Papua Nuova Guinea, Gabon, Cambogia, Tailandia, Nuova Zelanda e Brasile, ma più della metà è di origine illecita e deriva da paesi ad alto rischio ambientale quali Russia, Birmania, Indonesia e Malesia.