Gli impegni internazionali

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Per finire, come dicevamo all’inizio, ci sono i vincoli internazionali destinati a influenzare in maniera decisiva le scelte energetiche dei singoli Paesi. A gennaio sono iniziati i conteggi relativi alle emissioni climalteranti previsti dal Protocollo di Kyoto. L’Italia è in grave ritardo (si veda contatore sul sito del Kyoto Club), ma gli ultimi due anni hanno visto una prima inversione di tendenza con una riduzione delle emissioni. Continuare in questa direzione comporterà una minore necessità di ricorrere a crediti di carbonio dall’estero o di pagare sanzioni. E poi ci sono gli impegni europei del 2020 che tracciano un percorso ineludibile nei prossimi anni.

Una strategia intelligente, peraltro, è destinata a pagare. La Germania, in pochi anni ha creato un industria delle rinnovabili con 250.000 addetti (quante Fiat?), con investimenti che nel solo 2007 hanno sorpassato i 10 miliardi di euro e con una quota di energia verde raddoppiata tra il 2002 e il 2007 (dal 3,0% al 6,7% di energia primaria), dimostrando che una politica seria può indurre in tempi rapidi ricadute occupazionali, industriali e innovazione.

(Gianni Silvestrini)