Greenpeace – Energia: bene piano efficienza, ma occorrono obiettivi vincolanti

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«Il Piano presentato oggi dal Governo su efficienza energetica e fonti rinnovabili è certamente un passo avanti nella giusta direzione verso Kyoto, ma è necessario un nuovo obiettivo da raggiungere per favorire realmente lo sviluppo delle rinnovabili», dichiara Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. «Il Governo deve fare di più e cioè esprimersi a favore di obiettivi vincolanti per le fonti rinnovabili al 2020, così come chiede la Commissione europea». Nel Programma dell’Unione esistono già obiettivi di questo tipo, ma non vincolanti, e l’Italia è in forte ritardo sulle rinnovabili.

Intanto, le emissioni di gas serra sono in costante aumento in Italia: dal 1990 ad oggi, infatti, sono cresciute del 13 per cento circa. A contribuire in misura maggiore è il settore termoelettrico, con Enel leader indiscusso. Lo rivela oggi Greenpeace presentando una classifica dei principali gruppi industriali italiani soggetti alla direttiva europea sull’emission trading. Nel 2005 il tetto alle emissioni delle industrie soggette alla direttiva è stato superato di quasi 10 milioni di tonnellate complessivamente. Con ben 8 milioni di tonnellate di CO2 in disavanzo, Enel è l’operatore che ha prodotto più emissioni di gas serra in assoluto.

Enel, inoltre, dichiara di voler convertire ben quattro impianti termoelettrici a carbone, il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di CO2. Un ritorno al carbone, quindi, farebbe aumentare le emissioni di Enel di altri 26 milioni di tonnellate.
«Fermare i cambiamenti climatici è ancora possibile, ma non certo ritornando al carbone», spiega Tedesco. «È necessario avviare una rivoluzione energetica adesso: efficienza e rinnovabili sono la strada, ma bisogna percorrerla di corsa, non in punta di piedi».

Greenpeace denuncia che la proposta di piano di allocazione delle emissioni di CO2 presentato dal Governo alla Commissione europea, attualmente sotto esame, non è coerente con gli obiettivi nazionali di Kyoto. Il piano è stato «drogato» per liberare quote da destinare agli impianti a carbone di Enel.

(Fonte Greenpeace)