Jacques Benveniste, dopo più di una decina d’anni passati nella medicina ospedaliera, si impegna dal 1965 nelle ricerche in campo immunologico collaborando con l’Institut de Recherche sur le Cancer (Cnrs) e con la Scripps Clinic and Research Foundation (La Jolla, California). Nel 1970 scopre il Fattore di Aggregazione Piastrinica (Paf). Nel 1973 entra all’Inserm e concentra i suoi lavori sull’Immuno-patologia dell’allergia e dell’inflammazione. Nel 1978 è direttore di ricerca all’Inserm (capo dell’Unità di immunologia e in seguito del Laboratorio di Biologia Digitale).
Su Benveniste, nei giorni successivi alla sua morte, Eric Favereau di «Libération» ha scritto:
«Jacques Benveniste resterà l’uomo di una polemica. Dalla quale avrà guadagnato tutto. E perso tutto. Benveniste non è sempre stato un ricercatore a parte. Fino alla sua contestata scoperta, è stato uno degli scienziati francesi più pubblicato in immunologia, la sua specializzazione di partenza, e più apprezzato. Nel 1971, la sua scoperta di un fattore attivatore delle piastrine l’aveva piazzato in tutti i manuali di medicina e anche sulla lista dei candidati al nobel».
Eric Fottorino, su «Le Monde»:
«Incontrare Jacques Benveniste significa esporsi al marchio dell’incontro, il marchio dell’intelligenza allo stato bruto, rapido, in perpetuo movimento. Una intelligenza incarnata, capace di eccessi di velocità e derapages, ma altrettanto generosa, operosa di orizzonti, di mondi sconosciuti e di speranze infinite».
Scrivono i figli: Dalla Premessa all’edizione italiana di «?La mia verità sulla memoria dell’acqua?: L’avventura umana di Jacques Benveniste trova il suo compimento il 3 ottobre 2004. Alla fine degli anni Novanta nostro padre aveva cominciato a redigere questa ?memoria? e teneva sempre il manoscritto a portata di mano, arricchendolo costantemente di nuove riflessioni e apportando continue correzioni. Desiderava pubblicarlo darlo alla luce in una data simbolica magari all’indomani di una grande, ?monumentale? pubblicazione scientifica (magari su «Nature») che avrebbe significato l’accettazione e il riconoscimento definitivo delle sue scoperte. Il destino ha deciso altrimenti. Alla fine, noi figli abbiamo deciso di portare il testo a conoscenza del pubblico».
Dal sito dell’Association Jacques Benveniste pour la recherche, sempre i figli scrivono: «Fino al 3 ottobre 2004, ha lavorato per far andare avanti le sue ricerche, circondato da un’equipe ristretta ma pluridisciplinare e dinamica. Vogliamo innanzi tutto rendere omaggio a tutti coloro che gli sono stati accanto con lealtà e tutti coloro che hanno avuto il coraggio di avvicinarsi ad ?osservazioni incredibili?. Quotidianamente, Jacques espandeva il suo tesoro di entusiasmo e di energia per convincere nuovi partner ? che ha trovato soprattutto all’estero ? e raccogliere i crediti necessari al proseguimento del suo lavoro. Tutto tempo e tutta energia che poteva invece essere consacrata alle ricerche stesse, e non al loro finanziamento. È vero che dal 2002 la direzione generale dell’Inserm gli aveva accordato lo statuto di direttore emerito di ricerca, confermando così il suo contributo alla Ricerca francese. Questo gli ha permesso di continuare a far funzionare il suo laboratorio, ma non aveva i mezzi adatti a sviluppare ricerche ambiziose come le sue. Dalla sua scomparsa, molti
di coloro che ci hanno inviato la loro testimonianza hanno rimarcato lo scarto tra la sua opera e la debole riconoscenza di cui ha beneficiato in Francia quand’era vivo. Noi condividiamo ovviamente questo sentimento. Ma la valutazione dell’importanza delle sue scoperte e delle loro conseguenze per l’umanità spettano alla storia che giudicherà sovrana.
…Crediamo, come lui, che lo stato delle conoscenze debba essere una referenza per la ricerca e non debba eliminare il fatto nuovo solo perché non spiegato da una teoria. L’opera di nostro padre ci pare doppiamente esemplare, innanzi tutto per le scoperte e gli articoli (più di 300 pubblicati nelle riviste scientifiche), e poi per il modello di tenacia, di rigore nel dibattito scientifico, di rispetto totale delle osservazioni, senza ?a priori? teorici o dogmatici, che ha sempre incarnato. Abbiamo così deciso di contribuire a perpetuare la sua memoria ed incoraggiare la ricerca con la creazione della Association Jacques Benveniste pour la Recherche. Questa ha come obiettivo esclusivo il suscitare vocazioni e favorire lo sviluppo di nuovi campi d’osservazione nel dominio delle scienze degli esseri viventi, della fisica e della chimica come ausili descrittivi dei fenomeni che riguardano i viventi. Inoltre sosterrà, nella misura delle proprie possibilità, le ricerche di qualità nei domini della Biologia Numerica, gli studi sul PAF-Acether ? il mediatore dell’allergia scoperto da Jacques Benveniste nel 1970 ? e più genericamente sull’allergia e sull’asma».