Petrolio che si esaurisce e inquinamento che aumenta suggeriscono di trovare quanto prima fonti energetiche nuove, abbondanti e pulite. È la scommessa del progetto Firenze Hydrolab, un programma di ricerca avanzata per la produzione, l’immagazzinamento e l’utilizzazione dell’idrogeno come vettore energetico, finanziato motu proprio dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con 1.832.000 euro in tre anni, fondi che hanno calamitato altri importanti investimenti di soggetti pubblici e privati. Operativo dal 2004, il progetto ha già sviluppato e brevettato alcune promettenti tecnologie con ricaduta industriale. Tra le più innovative: 1) particolari biofermentatori costituiti da batteri specializzati nella produzione di idrogeno da rifiuti vegetali; 2) spugne molecolari fotosensibili capaci di rilasciare idrogeno se illuminate dalla luce solare; 3) pile che producono energia dall’etanolo grazie a speciali catalizzatori privi del costosissimo platino.
Firenze Hydrolab (sede al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino) raccoglie alcune tra le migliori competenze, per esperienza e multidisciplinarietà, che fanno capo all’Università di Firenze (Dipartimenti di Energetica, Chimica e Biotecnologie Agrarie), al Cnr (Iccom, Istituto di Chimica dei Composti Organo Metallici, e Isc, Istituto dei Sistemi Complessi), e al Lens, il centro d’eccellenza della Comunità Europea in cui vengono svolti studi di avanguardia sulla produzione di idrogeno in condizioni estreme. Coordinatore del progetto è Maurizio Peruzzini, dell’Istituto di Chimica fiorentino del Cnr.
«Uno dei nostri obiettivi ? spiega ? è costituire a Firenze una massa critica di chimici, fisici, biologi e ingegneri all’avanguardia in ognuno dei settori legati allo sviluppo di un’economia basata sull’idrogeno, considerato da molti la soluzione più realistica al crescente bisogno di energia dell’umanità». In vista di questo traguardo, Firenze Hydrolab sta dotandosi delle sofisticate strumentazioni necessarie, anche grazie ai contributi dell’Ente Cassa di Risparmio. Tra i laboratori già attivati uno è dedicato allo studio dei materiali capaci di immagazzinare idrogeno (appunto le spugne molecolari). Un secondo laboratorio è specializzato nelle celle a combustibile, mentre in altri laboratori si studia come produrre idrogeno da idrocarburi o da scarti vegetali mediante batteri fotosensibili e ci si occupa anche di come abbattere l’anidride carbonica. Sono già state acquistate modernissime apparecchiature per la risonanza magnetica, la spettroscopia infrarossa e Raman, laser ad alta potenza, impianti di reforming (per la produzione di idrogeno dal metano) e biofermentatori (per la produzione di idrogeno per via fotobiologica, ossia con i batteri).
L’Ente Cassa di Risparmio ha finanziato anche 12 assegni di ricerca per altrettanti giovani laureati fiorentini che operano nei vari settori della filiera dell’idrogeno. «Grazie a questi interventi ? dice Peruzzini ? Firenze sta emergendo come centro di rilievo mondiale in grado di confrontarsi con le più importanti strutture di ricerca dei paesi più avanzati». Firenze Hydrolab ha peraltro consentito di sviluppare e consolidare nuove relazioni scientifiche con numerosi istituti attivi nella ricerca avanzata sull’idrogeno. Tra i più qualificati, la University of California a Los Angeles, il prestigioso Rutherford Laboratory (Inghilterra), l’Accademia Russa delle Scienze, oltre a imprese ed agenzie toscane come Acta Nanotech, Biodiversivity, Firenze Tecnologia, Consorzio Quadrifoglio. Questo patrimonio di rapporti rappresenta
un ulteriore successo dello start up del progetto e lascia prevedere significative ricadute delle attività di ricerca sul territorio.
(Info: Firenze Hydrolab, Polo Scientifico, Via Madonna del Piano 10, 50019 Sesto Fiorentino, Firenze Tel 055.5225289, www.iccom.cnr.it/hydrolab/, mperuzzini@iccom.cnr.it).