Prima conclusione: mitigazione dei cambiamenti del clima nel post Kyoto o Kyoto 2
Preso atto che nessuna conclusione era stata raggiunta sugli impegni da assumersi alla scadenza del Protocollo di Kyoto è stato deciso di convocare un seminario di esperti governativi per valutare le diverse opzioni del post Kyoto. Dopo alcune polemiche innescate dall’India che temeva che tale seminario potesse costituire una pregiudiziale sugli impegni di riduzione delle emissioni da assumere anche dai Paesi in via di sviluppo a partire dal 2012, il Presidente Unfccc ha emendato il documento finale introducendo la frase: «le conclusioni del seminario tecnico saranno disponibili a tutte le Parti (i governi dei 189 Paesi che hanno ratificato la Unfccc) per le loro considerazioni (commenti, osservazioni e proposte) tenendo ben presente che il seminario non costituisce alcun presupposto di negoziato che conduca a nuovi impegni». Tutto ciò significa in sintesi che tutti i Paesi si sono impegnati a non impegnarsi: si vedrà successivamente il da farsi.
Seconda conclusione: adattamento ai cambiamenti del clima attuali e futuri
Le Parti riconoscono che il problema dell’adattamento ai cambiamenti climatici è una questione critica e cruciale dei paesi più poveri e si impegnano a portare avanti un programma di lavoro sull’adattamento e sulle misure per diminuire la vulnerabilità ai cambiamenti del clima di tali Paesi e di rimandare la discussione di dettaglio nell’ambito della discussione che si terrà da parte dell’organo tecnico della Unfccc (Sbi: Subsidiary Body for implemantation) del funzionamento del Fondo Speciale per l’adattamento ai cambiamenti del clima costituito presso la World Bank e del Fondo per i Paesi più poveri. La discussione si terrà nella prossima sessione Sbi che si terrà fra sei mesi.
Tutto ciò significa, in sintesi, che il problema dell’adattamento ai cambiamenti del clima è un problema che ciascuno risolverà in casa sua come meglio crede e che, invece, è un problema a livello negoziale internazionale, solo per i Paesi più poveri (soprattutto quelli dell’Africa) o più vulnerabili (soprattutto gli Stati delle piccole isole). Per tali Paesi, le Parti concordano a fornire aiuti e collaborazione ma, per ora, non sono stati identificati i dettagli di tali aiuti e collaborazioni che la comunità internazionale è disposta a fornire.