Lo scorso anno il Wwf ha suggerito un menu in due fasi delle politiche e delle strategie nel settore energetico per raggiungere Kyoto entro il 2012 e prepararsi agli obiettivi successivi (meno 20-30% entro il 2020): una graduale diminuzione della domanda nel periodo 2008-2010 e poi un più marcato contenimento dal 2011 al 2015, corrispondenti ad una diminuzione complessiva del 14% della domanda elettrica rispetto al 2005.
Le politiche e le misure individuate permetteranno un contributo del settore elettrico di diminuzione delle emissioni climalteranti proporzionale alla riduzione nazionale nella media del periodo 2008-2012. Rispetto al 1990 infatti si registra una diminuzione media del 7% nel periodo 2008-2012.
Tuttavia i ritardi dell’implementazione di provvedimenti per il settore e in particolare la pressione della domanda elettrica degli ultimi anni, permettono una stabilizzazione delle emissioni del settore termoelettrico solo nel 2009. I recuperi in termini percentuali avverranno nel periodo 2010-2012. È sempre da tenere in conto che lo scenario è basato sul progressivo recupero di quote d’importazione elettrica che pertanto inevitabilmente determinano un aumento del contributo nazionale di generazione.
L’azione combinata della crescita delle rinnovabili e della riduzione della domanda per effetto dei miglioramenti dell’efficienza energetica permetterebbero un contenimento delle emissioni del 35% rispetto al 1990 e a poco meno del 50% rispetto al 2005.
Il contributo del carbone
Il carbone non è una soluzione, non esiste un carbone «ripulito» in termini di cambiamenti climatici, è e rimane il combustibile a maggiore emissione di CO2 in assoluto. Anzi, per una diminuzione più efficace delle emissioni andrebbe previsto l’aumento di efficienza di almeno una centrale a carbone esistente. Il suo arresto per il lavori di manutenzione ed il suo minore impatto in termini di emissioni una volta completata la ristrutturazione permetterebbero performance ambientali maggiormente significative per il paese.
In nessun modo, dallo scenario elaborato dal Wwf emerge la possibilità di fare entrare nel parco termoelettrico nazionale nuova capacità a carbone.
Il crescente peso della generazione a gas naturale non determina una riduzione della sicurezza degli approvvigionamenti dal momento che il consumo di combustibili dopo un picco negli anni 2007-2011, rientra in termini assoluti su volumi pari a quelli attuali.
Oltre ai suddetti benefici ambientali la realizzazione dello scenario proposto determinerebbe consistenti vantaggi economici per il paese quantificabili in risparmi nell’acquisto di materie prime.
Trasporti, viaggiare verso Kyoto
Il Wwf ha anche approntato uno studio per proporre le possibili ricette nell’altro settore che maggiormente incide sulle emissioni di CO2, quello dei trasporti: si propone di incentivare ed orientare le tecnologie «pulite», riorganizzare radicalmente l’offerta di trasporto, «raffreddare» la domanda.
Un settore spesso trascurato perché è meno scontato il passaggio tra energia e «movimento» ma che incide profondamente sulla bilancia delle emissioni di uno Stato. Una ricetta che il Wwf ha voluto proporre, anche in questo settore, attraverso una politica sintetizzata in 10 passi che necessariamente vede l’intervento di molti settori e una riorganizzazione profonda e complessa della mobilità, ma che otterrebbe indubbi e auspicati vantaggi non solamente per l’aspetto
climatico, ma anche sanitario e di qualità della vita.
(Fonte Wwf)