Il mercato italiano

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Il Primo Rapporto sul Mercato dell’Ecoturismo in Italia, realizzato da Ecobilancio Italia per il Wto nel 2002, è l’unico realizzato nel nostro Paese, che precedentemente non aveva alcun riferimento quantitativo e qualitativo di un fenomeno in rapida espansione: è un mercato stimato intorno al 2% del mercato turistico globale, con potenziali di crescita annua del 20% .
I protagonisti principali sono un alto numero di piccoli operatori specializzati e alcuni grandi tour operator tradizionali che ampliano l’offerta proponendo pacchetti ecoturistici o naturalistici.
Tra le destinazioni italiane, le mete che caratterizzano la vacanza ecoturistica sono le aree naturali protette e i contesti caratterizzati da un ricco patrimonio ambientale. In testa troviamo i Parchi, al secondo posto a parimerito Campania, Sicilia e Toscana, al terzo posto Trentino Alto Adige e Friuli al quarto Lazio e Sardegna.
Relativamente alle destinazioni internazionali, l’America Latina è la meta preferita dagli italiani, in particolare Brasile, Ecuador, Perù, Messico e Cile sono le destinazioni maggiormente offerte dagli operatori specializzati in ecoturismo, seguite da Africa, Tanzania, Kenia ed Congo.

Il Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Permanente del Turismo Natura quantifica i dati del turismo naturalistico relativi al 2003 nel Secondo Rapporto Natura.
Il 64% degli operatori turistici italiani e il 60% di quelli stranieri hanno dichiarato che nel 2003 è aumentata l’offerta di turismo natura. Gli operatori esteri che programmano i parchi italiani sono risultati 227 con i tedeschi più numerosi (66), seguiti dagli statunitensi (43) e dagli austriaci (20).
Per il segmento Parchi e Natura, l’aumento è del 17,6% sugli arrivi che raggiungono i 2.011.273 e del 10,2% sulle presenze per un valore assoluto di 9.441.736.
Il turismo natura è in forte crescita: anche il 70% dei gestori dei parchi naturali e delle aree protette intervistati prevedono un aumento dei flussi turistici, mentre il 27% prevede una sostanziale stabilità rispetto al 2003 e solo il 3% una diminuzione.