Alla base di tale rivoluzione c’è il ruolo della Chimica rispetto ai due metodi per acquisire la conoscenza:
? il metodo deduttivo basato sulla conoscenza a priori ? sorgente della verità (Platone, Hegel) ? di certezze assolute (idee) e di presupposti non discutibili (assunzioni), sulle sue elaborazioni (Aristotele, Cartesio, Kant), sfociato al XX secolo in filosofie molto diverse (individualismo di Nietsche e esistenzialismo di Heidegger) con la negazione di qualsiasi conoscenza non assiomatica e degli assoluti universali;
? il metodo induttivo di Bacone: I dati come conoscenza oggettiva e registrata, che può essere acquisita da ciascuno; la teoria deve essere confermata ed allora rappresenta la certezza assoluta, di cui l’utilitarismo ed empirismo di Husne, il neopositivismo di Mach, il positivismo logico di Wittgesntein, l’evidenzialismo di Shaeffer con la persuasione dovuta alla evidenza, rappresentano la metodologia di pensiero.
In fondo bene considerando la chimica, dalle origini e per molti anni, fu fortemente analitica, impegnata nell’acquisizione di conoscenze sul mondo inorganico e poi su quello organico, sulla composizione della materia e sulla sua struttura, infine sui processi che si determinano nei sistemi indagati.
Quando il bagaglio di conoscenza, fu notevole, fu possibile trarne vantaggi economici per l’uomo, in termini di merci migliori e in maggiori quantità, di tutela della salute pubblica, di benessere generalizzato; allora il ruolo euristico decadde per trasformarsi in quello di tutore per la conservazione di quello stato favorevole di cose; ci fu la tendenza a relegare l’analisi a un ruolo ancillare, a un servizio indispensabile di struttura solida ma statica. Da un certo tempo, questa stortura si va sanando e si va di nuovo sviluppando la ricerca analitica conoscitiva rivolta ai fenomeni di base, ai problemi nuovi e reali, alla ottimizzazione e alle gestione economica dei processi produttivi, allo sviluppo dei mezzi strumentali di indagine adeguati e alla apertura di nuovi capitoli.
Questo dilemma è l’espressione di un altro, che ha da sempre scosso la scienza, quello cioè fra metodo deduttivo e metodo induttivo, fra semplice teoria e sperimentazione. Ci sono voluti molti anni per comprendere che il valore aggiunto di un’esperienza nuova non è certo inferiore a quello di una teoria elaborata sulla base di principi e leggi generali o di esperienze condotte ed elaborate da altri.