In Italia troppe specie «straniere»

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In Italia secondo un recente rapporto del Ministero dell’Ambiente vivono 110 specie di uccelli esotici (su un totale di 484) e 15 specie di mammiferi (su 73, esclusi i cetacei e i chirotteri). Nelle nostre acque interne vi sono 48 specie di pesci indigeni e 29 specie esotiche.
Per il Wwf è necessario porre un freno al commercio illegale di specie animali e vegetali che provoca sempre più spesso il rilascio incontrollato in natura di specie esotiche.
«L’Italia, per le condizioni ambientali favorevoli ha visto la conquista di spazi da parte di molte specie introdotte dall’uomo, come la tartaruga guance rosse che in molti bacini ha soppiantato la nostrana testuggine palustre, dice Massimiliano Rocco, Responsabile Traffic e Specie dell’associazione. In Italia vivono allo stato selvatico anche pappagalli esotici come il parrocchetto monaco e il parrocchetto dal collare, che si riproducono nel nostro paese e potrebbero incidere sulle specie nostrane, poi lo scoiattolo grigio, che ha scalzato in Gran Bretagna quello autoctono e anche in Italia ha creato seri problemi anche nel Nord Italia, soprattutto in Piemonte, dove vive lo scoiattolo rosso, specie autoctona. Infine il visone europeo, ormai confinato in pochissime aree, scalzato dalla specie americana introdotta come animale da pelliccia».
Secondo il Wwf è necessario intervenire per scongiurare questa minaccia alla nostra fauna e flora. L’introduzione di specie esotiche stravolge gli equilibri naturali e costituisce spesso «il colpo di grazia per specie già provate da distruzione dell’habitat e pressione da parte dell’uomo. E’ necessario, conclude il Wwf, controllare in modo più severo il commercio di piante e animali, per evitare la perdita del nostro patrimonio di biodiversità».