Incerti per natura

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Se riflettiamo, fuori dalle «competizioni» che affliggono il nostro mondo e che ci mettono nella condizione di sfidare anche noi stessi nella costruzione di una nostra immagine falsa ma «competitiva», possiamo riconoscere con serenità il nostro essere incerti per natura.
Ostaggi sedotti da false mete e false rassicurazioni, rischiamo di soccombere sotto il peso di un meccanismo che dissipa le nostre energie e immobilizza i nostri pensieri. È facile, così, trovarci privati dell’intelligenza necessaria per creare relazioni sinergiche e per comprendere le ragioni di verità diverse non solo dalle nostre, ma anche da tante altre e tutte in contrasto fra loro, così come la realtà le proietta in quei nostri pensieri che troppo spesso non riusciamo a sopportare e che, perciò, ci impegniamo a rimuovere.
Nella ricerca della vera natura delle nostre incertezze dovremmo essere confortati (nonostante i nostri smarrimenti consumistici e di eccesso di difesa dalle paure fatte immaginare) dalla constatazione che almeno il nostro pensiero rimane sempre pronto alla ricerca del vero.
Il vero rimane per tutti un concetto che, pur percepito diverso nel merito dei suoi contenuti e sospeso in un’interminabile attesa di definizione, si presenta, comunque, diffusamente e concretamente convergente sulla ricerca di significati e valori condivisi. Siamo tutti portati a ritenere che nelle nostre intenzioni e azioni, di interpretazione della realtà e di accertamento della sua sostanza, la ricerca del vero e il riconoscimento del falso, si possano tradurre tutti in ricerca di modelli mentali diversi. Se però andiamo anche al di là delle nostre scelte pragmatiche o ideologiche, indotte dal ripiegamento sul «senso comune delle cose», possiamo anche riconoscere quanto le diversità siano sinergicamente interfacciabili fra loro e con le nostre pur insaziabili aspirazioni di comprendere i significati e il senso degli oggetti e delle dinamiche della realtà. Tutto questo è, allora, un consistente motivo di speranze per il nostro futuro e di opportunità per realizzare un modo di vivere più consapevole, più condivisibile, più responsabile. Un’occasione di speranza che può liberarci dalla banalità disperante di una nostra quotidianità ritmata dalle paure, dalle incertezze e dalle terapie dei consumi compulsivi.