La cupola del bestiame

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La criminalità organizzata controlla il mercato fondiario del Sud tramite estorsioni, furti, minacce e devastazioni dei beni, tant’è che il Procuratore Nazionale antimafia Pierluigi Vigna ha istituito un servizio contro la criminalità organizzata nel settore dell’agricoltura.
Benché la situazione più grave sia quella di Caserta, anche nel Napoletano e nel Salernitano i produttori sono soggetti a forti intimidazioni. Invece i coltivatori di Avellino e Benevento risentono un po’ meno delle intimidazioni criminali, forse perché colpiti da singoli boss locali anziché dalle grandi organizzazioni malavitose.
L’operazione dei Nas «Meat Guarantor» iniziata nel 2002 con una serie di controlli e successivi sequestri di bestiame e false documentazioni sanitarie, si è conclusa con l’invio delle ordinanze di carcerazione per 35 persone da parte della Procura della Repubblica di Nola.
È poi proseguita con la «Meat Guarantor II» individuando una ramificata organizzazione criminale dedita alla macellazione clandestina ed al commercio di bestiame trattato con anabolizzanti e cortisonici, nonché affetto da patologie varie.
Tra i reati contestati spicca il commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive tant’è che persino uno degli allevatori coinvolti aveva contratto la «febbre maltese», una patologia derivante dalla brucellosi.
Tra gli indagati figurano tre veterinari dell’Azienda Sanitaria Locale, ma quand’anche in buona fede sarebbe comunque arduo individuare le frodi. Benché i protocolli prevedano la ricerca di tutta una serie di sostanze tossiche, è sufficiente somministrare cocktail a più componenti e cambiare di continuo i principi attivi per «dribblare» le normali analisi di routine.
Oppure si ricorre ai cosiddetti «trattamenti week-end» che agiscono nell’arco di quarantott’ore e non lasciano tracce durante ispezioni effettuate il lunedì mattina. Addirittura sono stati individuati animali che risultavano negativi alle analisi perché dotati di impianti sottocutanei a lento rilascio.
È evidente come alcuni degli illeciti perpetrati siano venuti alla luce solo grazie ad un complesso sforzo investigativo che si è avvalso delle risorse più avanzate.
In molti casi sono risultate decisive le intercettazioni ambientali, soprattutto quelle telefoniche dalle quali sono emersi scenari sconcertanti. Ad esempio gli animali malati venivano venduti così (Telefonata intercettata a G.C. con un macellaio):
– G.: «Hai visto la bufala? Sta in piedi?».
? F.: «No. Sta a terra e se l’alziamo rimane in piedi. Quando arriva, la bufala non deve restare per più di due/tre giorni altrimenti muore».
– G.: «Vedi che gli faranno anche il test».
(da «C. Troiano-LAV, Rapporto 2004»).