Le innovazioni avanzano

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In realtà, ovunque le innovazioni avanzano ad un ritmo più serrato di quanto viene normalmente percepito: sulle autostrade della California stanno per essere installati circa 250 distributori di idrogeno, mentre in Giappone sono in progettazione numerosi modelli di auto ad H2. In effetti, le case automobilistiche puntano da anni su questo tipo di tecnologie: alcune propongono sistemi che utilizzano idrogeno liquido in un motore a combustione interna, altre un sistema ibrido con l’utilizzo di due motori (uno tradizionale a benzina e uno che sfrutti celle a combustibile), altre ancora celle a combustibile tout court.
Anche in Italia si rileva un certo fermento: quaranta soggetti tra Università, istituti di ricerca ed imprese sono coinvolti in venti programmi avviati dal ministero dell’Ambiente con un investimento di 190 milioni di euro. Frattanto, hanno da poco compiuto un anno il movimento Hydrogencities che si batte in Europa per un futuro energetico integrato, il centro di eccellenza HySy_Lab nato all’Enviroment Park di Torino e l’Associazione Italiana H2IT impegnata nel monitoraggio delle iniziative messe in atto dalla «Taskforce Idrogeno Italia», rapportandole al contesto internazionale.
Al Meeting di Rimini del 23 agosto scorso si è tenuto un incontro sul tema «Idrogeno: la sfida possibile», durante il quale si è fatto il punto sull’attuale situazione e se ne sono delineati gli scenari futuri. Ad esempio, in base alla crescita esponenziale della richiesta di energia nel proprio Paese, il rappresentante cinese ha previsto ampie opportunità per il settore.
In scala ridotta, si registrerà lo stesso trend in una città come Milano ove 9.300.000 abitanti circolano su 6.000.000 auto e 500.000 autocarri. Infatti, un progetto sull’idrogeno è già in fase esecutiva alla Bicocca, mentre altri sono previsti per il Palazzo Pirelli, la nuova sede della Regione ed il rilancio del Polo di Arese.
Infine, lunedì 11 ottobre Fabio Orecchini, coordinatore di H2 Roma e docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, ha presentato i contenuti dell’edizione 2004 «Mobilità ad Idrogeno: Ricerca ed Industria disegnano il percorso di avvicinamento». Come effettivamente suggeriva il tema, si è trattato di un confronto dinamico tra gli impegni assunti dai rappresentanti delle istituzioni da un lato e, dall’altro, i progetti dei ricercatori e le prospettive di mercato dell’industria automobilistica.
Tra l’altro, pare ragionevole prevedere che quest’ultima farà lievitare la domanda d’idrogeno sino a quadruplicarla nell’arco di un decennio: pare un gioco di parole, ma il vero «motore»sarà proprio il settore trasporti, ad esempio con la diffusione di autobus dei quali già esistono diversi prototipi.
Dopo di che, superate alcune barriere strutturali (dovute alla carenza di infrastrutture e reti di distribuzione), economiche (per i costi ancora troppo elevati) e sociali (perché i consumatori tendono a privilegiare le tecnologie consolidate rispetto a quelle innovative), la strada dovrebbe essere tutta in discesa.
M. V.