Le prime risposte che provengono dall’esperienza di Murano

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La storia di Murano e delle sue produzioni è emblematica: il distretto del vetro ha svolto, nei secoli, un ruolo importantissimo nei confronti delle tematiche energetiche ed ambientali.
L’esigenza di ridurre il rischio di incendio per la città lagunare, portò alla decisione di localizzare le attività su un’isola (allora) disabitata ed ignota, denominata Murano.
Successivamente, le esigenze di qualità degli ambienti lavorativi ha portato ad abbandonare l’utilizzo della legna come combustibile per la fusione nei crogioli, adottando l’olio combustibile.
Terzo importante passaggio è stato quello che ha imposto, recentemente, l’utilizzo del gas naturale, in sostituzione dell’olio combustibile, incriminato per le emissioni in atmosfera.
Oggi, anche l’utilizzo del gas naturale come combustibile per la produzione del calore necessario alla fusione ed alla lavorazione del vetro non è più sufficiente per garantire il rispetto dei nuovi obiettivi ambientali posti dalla normativa italiana in materia di emissioni in atmosfera (Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988 n. 203 e successivo D.M. 12.07.90) e di quelli definiti nell’Accordo di Programma teso a ridurre gli impatti ambientali delle aziende vetrarie dell’isola di Murano (siglato tra il Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, Ministero delle Attività Produttive, Regione Veneto, Provincia di Venezia, Comune di Venezia, Unindustria Venezia, Confartigianato Venezia ed associazioni sindacali).