Non tutti i beni sono merci

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L’annullamento della distinzione tra il concetto di bene e il concetto di merce è il fondamento su cui si basa il paradigma culturale della crescita. Se i beni si identificano con le merci, la crescita della produzione di merci comporta per definizione un aumento della disponibilità di beni e, quindi, un aumento del benessere. Il passaggio preliminare da compiere per costruire il paradigma culturale della decrescita è ripristinare questa distinzione. Altrimenti la decrescita si identifica con la rinuncia, con una riduzione del benessere, con un ritorno al passato. Mentre invece è scelta, miglioramento della qualità della vita, proiezione nel futuro.
Chi, se non un asceta, potrebbe desiderare una riduzione del proprio benessere? Riuscirebbe mai la rinuncia diventare un valore condiviso a livello di massa? Se si continua impropriamente a pensare che le merci si identifichino con i beni e che la decrescita consista in una diminuzione dei consumi, senza capire che si realizza smettendo di acquistare merci che non sono beni e incrementando l’autoproduzione di beni in sostituzione di merci che non lo sono, il paradigma culturale della crescita non solo continua ad avere una desiderabilità fondata su un bluff, ma riaffiora anche in alcune categorie concettuali che si utilizzano per criticarlo. Per esempio, nei concetti di povertà e ricchezza.

Nel paradigma culturale della crescita, l’indicatore della ricchezza è il denaro. La soglia della povertà assoluta, su cui convengono sia la Banca mondiale, sia le Organizzazioni non governative, è un reddito monetario giornaliero inferiore ai due dollari. Con due dollari al giorno si è poveri solo se si deve comprare tutto ciò che serve per vivere, solo se si dipende totalmente dalle merci. Ma se una gran parte di ciò che serve per vivere si autoproduce sotto forma di beni, due dollari possono bastare per comprare il resto.
Una famiglia con pochi soldi che produce la frutta e la verdura con cui si nutre è più ricca e autonoma di una famiglia con più soldi che deve comprarle: l’andamento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli non ha alcuna incidenza sul suo tenore di vita. Nel paradigma culturale della decrescita l’indicatore della ricchezza non è il reddito monetario, cioè la quantità delle merci che si possono acquistare, ma la disponibilità dei beni necessari a soddisfare i bisogni esistenziali. È povero chi non può mettere a tavola i pomodori di cui necessita, non chi non ha il denaro per comprarli.