Obiettivo Kyoto: c’entro anch’io

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Innalzamento della temperatura media del pianeta, desertificazione, fenomeni meteorologici estremi, aumento del livello del mare, perdita della biodiversità… sono tutti termini e concetti di cui sentiamo ormai parlare quotidianamente.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) il riscaldamento del clima è attribuibile, con un livello di sicurezza tra il 90% e il 99%, all’aumento della concentrazione di gas a effetto serra immessi in atmosfera dalle attività umane.
Nel 1997 più di 160 paesi hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto (entrato poi in vigore il 16 febbraio 2005), che rappresenta il primo strumento internazionale per una riduzione concordata delle emissioni di gas ad effetto serra. L’obiettivo per il periodo 2008-2012 è quello di ridurre almeno del 5,2% le emissioni totali rispetto a quelle registrate nel 1990 (considerato come anno base).
L’Italia si è impegnata a raggiungere una riduzione del 6,5% entro il 2012. Gli sforzi dovranno essere enormi e condivisi, dato che dal 1990 ad oggi le emissioni sono in realtà aumentate del 13%.
Cosa fare allora? Per poter rallentare il processo di riscaldamento del pianeta e invertire la rotta, il cambiamento negli stili di vita di ciascuno di noi è importante. Consumare in modo più consapevole, chiedere e utilizzare tecnologie eco-efficienti per «fare con meno», ripensare la mobilità e i bisogni possono diventare occasioni per il nostro piccolo Kyoto quotidiano. Non dimentichiamo che una seppur piccola azione può avere un impatto notevole se moltiplicata per milioni di persone.