di Cristina Corazza, edizione Il Sole 24 Ore
Pagine: 0 | Costo ?: 19.50
«Il petrolio è uno dei peggiori nemici dell’umanità». Non è lo slogan di un ambientalista ma di uno fra i più noti manager a livello internazionale, Pasquale Pistorio, artefice del rilancio STMicroelectronics, l’azienda leader nei microprocessori ma anche nelle politiche di sviluppo sostenibile. Convinto che l’economia debba abbandonare il modello di crescita «energy intensive», basato sullo sfruttamento intensivo dei combustibili fossili, petrolio, gas, carbone, per puntare su efficienza, risparmio, nuove tecnologie e qualità, Pistorio ha fatto di questa strategia la chiave del successo di STM. Lo racconta Cristina Corazza in «Oro nero conti in rosso. Come sta cambiando il grande gioco del petrolio» (Edizioni Il Sole24 Ore) un viaggio-inchiesta nei nuovi scenari dell’energia con la prefazione di Alberto Negri, inviato de «Il Sole 24 Ore» e la postfazione di Bruno Tabacci, presidente della Commissione Attività.
Lo sfruttamento dei «giacimenti virtuali» di greggio, costituiti dal risparmio, dai consumi intelligenti, dall’efficienza sono una delle risposte individuate da Cristina Corazza alla corsa dei prezzi e alle crescenti tensioni che si manifestano sui mercati petroliferi con importanti conseguenze a livello delle economie ma anche delle nostre tasche. Benzina alle stelle, bollette di luce e gas sempre più alte, inflazione, sono le spie di uno scenario globale dove le quotazioni del petrolio sono sempre più volatili e influenzate da fattori esterni, la geopolitica, la meteorologia, la forte domanda delle potenze emergenti come Cina e India, il nodo della sicurezza dei trasporti.
Il libro parte dal «barile alle stelle», dall’esplosione dei prezzi passati da 25 a 70 dollari al barile fra il 2002 e oggi. Perché questa corsa? Si arriverà ai 100 dollari al barile previsti da alcuni analisti, con il rischio di mettere in ginocchio l’economia e i bilanci delle famiglie? Ci sarà abbastanza petrolio per tutti se la domanda aumenterà del 60% nei prossimi 25 anni come prevede l’Agenzia Internazionale dell’Energia? Ci sono alternative all’oro nero? Il libro non sposa la tesi delle cassandre che parlano di fine del petrolio, né degli ottimisti; piuttosto offre una panoramica documentata con cifre e tabelle sulle opzioni per ridurre l’impatto del caro-greggio, dal gas al carbone, dal nucleare alle rinnovabili, e le variabili in gioco: domanda che corre, addio al petrolio facile, rebus delle riserve, scarsità di raffinazione, strapotere dei giochi speculativi ma anche rischio terrorismo, instabilità di alcuni grandi paesi produttori. Fra questi, l’«aristocrazia del greggio», Arabia Saudita, Iran, Iraq, i «nuovi sceicchi» come Nigeria e Sudan e, in parte, le repubbliche ex sovietiche.
Si parla anche di Russia e i grandi consumatori, Cina, India, Stati Uniti, di Europa «in affanno»; si descrive il tramonto dei giacimenti nel Mare del Nord e le possibili alternative come le sabbie petrolifere di Venezuela e Canada. Non manca, infine, uno sguardo al cosiddetto «big oil», le società del settore, accusate di «investire con il contagocce» nonostante bilanci sfavillanti, preferendo ricche cedole o colossali buy back alla ricerca di nuovi giacimenti vitali per non restare «senza» oro nero.