Tutuch, Uccello Tuono

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libro libri cellulare
Tempo di lettura: 2 minuti

di R. Melillo, edizione Mephite

Pagine: 256 | Costo ?: 16.00

Attraverso la sua esperienza personale, l’autrice, che svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia «A. Aliotta» dell’Università Federico II di Napoli, dà spazio alle diverse e numerose popolazioni («Nazioni») indigene del Canada, ciascuna con le proprie tradizioni ed espressioni culturali, tutte dalla tradizione millenaria.
Il libro si divide in due sezioni fondamentali, oltre ad essere arricchito da documenti storici tra cui la «Dichiarazione delle Prime Nazioni» e discorsi del celeberrimo «Cavallo Pazzo», mistico molto riverito e capo degli Orlala Sioux, entrambi saggi della concezione «cosmica» dell’esistenza che queste popolazioni hanno.
Nella prima parte l’autrice prova, tra difficoltà di cui fa testimonianza, ad avvicinare il lettore alle concezioni del mondo di ricchissima spiritualità proprie di queste comunità, che hanno sempre vissuto basandosi sul principio della condivisione piuttosto che su quello della competizione; visioni che potrebbero racchiudere importanti spunti di riflessione anche per l’uomo occidentale, nell’auspicabile tentativo di riportare il terzo millennio dal probabile vicolo cieco dell’individualismo sfrenato verso le mete della solidarietà e della cooperazione sociale.
Nella seconda parte è raccolta una serie di interviste fatte dall’autrice ad alcuni esponenti delle varie comunità. Il questionario tocca i punti nodali della vita dell’uomo; si passa da domande sulla creazione a quelle sui concetti di proprietà, di giustizia e sull’essenza ultima dell’uomo. Tutti concetti cruciali per tentare di capire la postura indigena nei confronti della realtà terrena e ultraterrena, il loro pensiero politico e sociologico, il loro concetto di capo e di gerarchia; la posizione della donna nei rapporti sociali, molto più rilevante di quanto possa risaltare da film o da altri ritratti dell’industria occidentale nel tentativo primigenio dell’uomo, di qualunque etnia, di conservare il suo posto al centro del mondo, nell’estremo tentativo di restare vicino al Sacro, elargitore dell’esistenza e del senso delle cose e della vita.

Claudio Mundo

(05 Maggio 2005)