Il quadro nel Paese

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L’Italia che comprende l’1% degli abitanti del pianeta, consuma il 2% dell’energia mondiale ed è un paese caratterizzato da una bassa intensità energetica, la minore fra i grandi paesi industrializzati. Il fabbisogno totale annuale di energia è oggi di circa 190 Mtep (milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio) ed aumenta con un andamento di circa l’1% all’anno. Questa considerazione non deve indurre un atteggiamento di trascuratezza nei confronti dei problemi energetici e della sostenibilità che ne deriva, in quanto l’Italia importa circa l’85% dell’energia che consuma ed è contemporaneamente un paese ambientalmente fragile. Giustamente, il nostro paese ha aderito all’Accordo di Kyoto, prima, ed all’Accordo di Lisbona sottoscrivendo ed assumendo impegni molto impegnativi in merito alla riduzione dei gas climalteranti ed alla riduzione dei consumi.

In conseguenza di ciò il settore industriale ha ridotto la propria intensità energetica del 45%, anche per notevoli cambiamenti nel mix produttivo, quello dei Trasporti, maggiore problema nazionale per la sostenibilità, l’ha incrementata del 25%, quello del Civile (Residenziale e Terziario) l’ha ridotta di circa il 20%.

Lo sviluppo e l’innovazione tecnologica stanno recitando una parte molto importante. Materiali, tecnologie, sistemi e componenti migliorano le prestazioni proprie ed indotte così da migliorare quelle del sistema edificio-impianto. Tra le tecnologie più importanti e significative, nel settore residenziale e terziario vi è quella dell’«edificio intelligente». Tale innovazione può produrre notevoli miglioramenti della qualità della vita negli edifici, nell’uso razionale delle risorse (risparmi energetici dell’ordine del 20%) e permettere l’accesso al sistema dei teleservizi, argomento che riprenderemo più avanti.

L’edificio tende sempre più ad integrarsi nel sistema delle reti urbane, energetiche ed informatiche, sia per le ovvie esigenze di razionalizzazione del sottosuolo, sia per le economie di scala legate per esempio alla teleclimatizzazione, che per l’esigenza sempre più sentita di sostituire spostamenti reali con trasmissione di informazioni mediante la telematica. Un esempio tipico di mobilità virtuale è quello del telelavoro, per il quale è prevedibile una non trascurabile diffusione.