«Colours at the end of the world» conquista l’Ecovisionfestival 2009

480
Questa è la mappa mondiale dei siti Haarp in cui si trovano anche le più ricche miniere di uranio, un caso?
Questa è la mappa mondiale dei siti Haarp in cui si trovano anche le più ricche miniere di uranio, un caso?
Tempo di lettura: 2 minuti

Il film di Ale Corte si aggiudica i 20mila euro del Gran Premio Fondazione Banco di Sicilia – Ecovisionfestival 2009

La storia di una coppia di agricoltori mapuche espropriata dei beni dall’insediamento di Benetton in Argentina ha conquistato giuria e pubblico della V edizione dell’Ecovisionfestival. Tre anni di lavoro, una coproduzione Italia-Argentina-Inghilterra, per un film forte che s’interroga su uno degli aspetti più controversi del capitalismo.

La Benetton, infatti, svela il suo lato «oscuro» in questo film di grande impatto emotivo. Fino ad oggi il marchio veneto è stata sinonimo di lotta contro il razzismo e le disuguaglianze di ogni genere. Tutti ricorderanno le bellissime campagne pubblicitarie «United colours» firmate Oliviero Toscani: bambini e giovani di ogni etnia ritratti insieme, animali tradizionalmente nemici fotografati in scene quasi idilliache, evocanti libertà da pregiudizi e preconcetti.

Poi arriva «Colours ad the end of the world», un film autoprodotto che smonta letteralmente (e anche con una certa forza) l’immagine consolidata del mondo Benetton, mostrando il deludente risvolto della medaglia. Anche per questo, per i forti toni di denuncia ed inchiesta, il regista Ale Corte si è aggiudicato il primo premio della rassegna palermitana.

La giuria, presieduta dall’inviato speciale della Rai Tonino Pinto, ha assegnato altri 7 premi:

– Premio Unesco Commissione nazionale italiana e Premio Fortaleza ad «Adsurdistan» di V. Helmer, storia della popolazione di un villaggio dell’Azerbeijan in perenne emergenza idrica;

– Miglior commedia a «Cenizas del cielo» (Cenere del cielo) di J. F. Quiras, incentrato sul contrasto tra economia contadina ed inquinamento industriale;

– Miglior corto a «The job» (Il lavoro) di J. Browining, che analizza ironicamente la crisi del mondo manageriale;

– Miglior documentario a «Drakensberg im Bann der Drachenberge» (La montagna dei dragoni dell’Africa) di P. e L. Richardson, viaggio dinamico attraverso la vita della Montagna del Drago;

– Miglior film d’inchiesta a «Jun Ducat – A héroe o terrorista?» (Jun Ducat – eroe o terrorista?) di A. Teruel, drammatica ricostruzione della vicenda giudiziaria ancora in corso del filippino Jun Ducat, autore del dirottamento di uno scuolabus per denunciare le condizioni di vita nei quartieri poveri di Manila;

– Miglior documentario sociale a «(En)Terrados» (Seppelliti) di A. Loca, sulla carenza di alloggi nelle aree metropolitane e la speculazione ai danni dei più deboli;

– Miglior film di animazione a «Flatland» di D. Johnson e J. Travis, sulla costante tensione umana alla scoperta e al superamento dei limiti della conoscenza. (A. L.)