Il tempo è denaro… vale ancora oggi?

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Nell’epoca della futura società della conoscenza, si è dato vita ad un movimento culturale e scientifico on-line per lo sviluppo creativo dell’economia della conoscenza denominato «Creative class net italian style» e successivamente si è iniziato a dare sviluppo al gruppo di ricerca su «Bio-Vitalism»

Dice il vecchio aforisma di Aforismi di Theodor W. Adorno, che il Tempo è Denaro, ma in vero con il denaro non si può comprare il tempo. Infatti il tempo è un parametro qualitativo irreversibile mentre il denaro è un parametro quantitativo reversibile.

Queste dis-simmetrie sostanziali tra tempo e denaro creano una distinzione fondamentale tra investimento e speculazione. Quest’ultima determina non pochi problemi ad una società non più sostanzialmente basata sulla produzione materiale sull’orario di lavoro, come e stata quelle industriale.

Infatti viviamo nella società dell’informazione nella quale i beni immateriali (ad esempio la réclame) generano un valore aggiunto superiore a quello dei prodotti e ciò conduce a determinare una forte dipendenza dalla contemporanea speculazione finanziaria (formazione di bolle speculative), che trova guadagni elevati dal mercato di beni immateriali come ad esempio sono le diverse monete con cui si comprano e si scambiano i beni materiali nel mondo.

Tali differenze di valore monetario vengono giocate sia al ribasso sia al rialzo per estrarre «guadagni di denaro sul denaro» che creano le bolle speculative.

Quanto sopra è permesso dal considerare i beni immateriali (come le monete) come fattori equivalenti a quelli del mercato di scambio dei beni materiali.

Infatti le logiche probabilistiche trattano matematicamente beni materiali ed immateriali egualmente nel calcolo degli interessi e ciò come se il tempo fosse effettivamente equivalente al denaro.

I beni materiali servono invece per vivere mentre i beni immateriali trattati in economia servono per condizionare il mercato e peggio per speculare sul mercato.

Per superare questa limitazione, che in sostanza dipende dalla concezione classica della falsa linearità del tempo meccanico (misurato convenzionalmente dall’orologio), e quindi ritrovare una corretta connessione tra questi due concetti, tempo e denaro, nell’epoca della futura società della conoscenza, abbiamo dato vita ad un movimento culturale e scientifico on-line per lo sviluppo creativo dell’economia della conoscenza denominato «Creative class net italian style» (anno 2009), vedi su Facebook, vedi anche preliminari info e successivamente abbiamo iniziato a dare sviluppo al gruppo di ricerca su «Bio-Vitalism» (nel 2010).

Proposte emergenti per la ricerca e il dialogo sul tema il Tempo è Vita sono le seguenti:

a) Cambiamento dei valori economici nella transizione tra la società industriale e la società della conoscenza.

b) Mutamento cognitivo tra le concezioni meccaniche e quelle della auto-organizzazione dei sistemi viventi.

c) Riorganizzazione progettuale della comunicazione interattiva pubblica e privata finalizzata alla piena comprensione trans-disciplinare dei criteri di revisione della economia nella società della conoscenza.

Stiamo cercando adesioni e partenariato di scienza ed arte «Creative Class Net Italian Style» e al Gruppo di Ricerca su Bio-Vitalism.

Seconda riflessione

Il valore monetario deve essere ricondotto ad un rapporto tra due fasi di tempo cicliche esistenti tra il valore formale e valore riconoscibile dalla gente.
Ad esempio nel mondo produttivo la produzione di una penna ha valore perché prevediamo di scrivere; quindi il valore è un rapporto fra il momento della previsione di utilità e l’oggetto comprato.
Questo significa che il giudizio di valore per assicurare lo sviluppo produttivo deve rispondere ad un sistema di feedback fisiologico alle reali necessità di vita sociale e quindi oggi non può essere basato ancora sul presupposto aprioristico dedotto dalla vecchia concezione dualistica della conoscenza, che distingue l’oggettività dell’oggetto dal soggetto.
Ciò significa che dovremo rivalutare la moneta per il fatto che venga accettata come informazione di interscambio condiviso di interessi e benefici e ciò non corrisponde più a considerare il «tempo come denaro», perché il tempo non può più essere concepito come lineare, ma invece come un sistema oscillante che ha un comportamento di feedbak intersoggettivo.
La «oggettivazione del tempo lineare», dedotta dalla convenzione meccanica dell’orologio, oggigiorno in una democrazia culturale, non e più valida proprio perché la dimensione del tempo di fatto consiste nella capacità più complessa di effettuare un feedback tra il ricordo del passato, il constatare il presente e pronosticare il futuro dello sviluppo della società della conoscenza.
Pertanto come consuetudine del passato rimane accettabile la concezione per cui ognuno è disposto ad accettare moneta contro merce o lavoro se prevede di poter dare a sua volta moneta contro merce o lavoro, ma come esigenza contemporanea è estremamente necessario catalizzare una nuova dimensione del valore monetario per evitare la speculazione finanziaria, che rende merce la stessa moneta, producendo guadagni che espropriano il valore reale di interscambio del mercato. Quanto sopra al fine di poter pronosticare un futuro sviluppo del mercato a più alto valore aggiunto alla qualità delle merci e della vita sociale ed economica nel contesto della globalizzazione dei mercati.
Purtroppo mantenendo ancora la logica meccanica della relazione di equivalenza tra Tempo e Denaro oggi nel mondo stiamo vivendo tempi di decadenza del sistema economico poiché la moneta non ha più valore di misura del valore di scambio delle merci, ma essa stessa ha assunto un valore intrinseco di merce anziché di informazione capace di trasformare la qualità delle merci in quantità monetaria. Per questo motivo oggigiorno il valore monetario non deve essere solamente la manifestazione formale di una qualche convenzione monetaria gestita unidirezionalmente dalle banche e da chi emette la moneta, perché il valore effettivo della moneta deve essere ricondotto al controllo della gente per favorire lo sviluppo del proprio sistema di vivere e quindi il valore monetario deve essere in sostanza orientato ad aumentare il potere di acquisto della gente.
Pertanto nella gestione della politica monetaria devono entrare a far parte non soltanto i profitti come calcoli numerici, modalità nella quale sguazza la speculazione tendente a fare denaro dal denaro e non dalla produzione. Continuando di questo passo i reali valori dello sviluppo economico e sociale non potranno più essere riconosciuti come valore monetario della gente.
Pertanto se non arriveremo a modificare il vecchio aforisma «il tempo è denaro», con tutta evidenza la speculazione condurrà ad un sempre più forte indebitamento delle collettività locali e nazionali, mentre i profitti aumenteranno a dismisura per le multinazionali e comunque solo per chi ha le possibilità economiche di giocare alla speculazione espropriando opportunità di lavoro e di risparmio della gente senza alcuna contropartita. La speculazione sui beni immateriali come i cosiddetti «futures» pertanto assomiglia più direttamente a una truffa legalizzata che non ad una economia di futuro sviluppo, tendente a ristabilire la priorità degli investimenti con effetti a medio-lungo termine, in attività che siano socialmente utili allo sviluppo della società della conoscenza.

 

Paolo Manzelli