Arte e un po’ di letteratura «sociale»

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Si intitola «L’ultima pagina del Vangelo», ed è un romanzo scritto da Nicola Verderosa, un autore nuovo, nonostante l’età, e soprattutto una lunga esperienza, di successo, come scultore.

Il romanzo recentemente pubblicato da Verderosa, grande passione per il ballo ed una figlia, Antonella, con laurea in fisica (con tesi sui principi fisici del teletrasporto), in realtà è il seguito di un primo breve romanzo, uscito nel 2006.

La storia e i protagonisti principali, come l’autore fa notare all’inizio, si riferiscono a fatti e a persone casuali, e in ogni caso un fondo di verità c’è, e oltre ad una realtà fatta di luoghi, città, locali, tribunali, e associazioni vere e proprie a Torino, città in cui è ambientato il racconto, c’è un fondo di verità in situazioni, drammatiche, della vita di tutti i giorni che l’autore ha tradotto in romanzo, con spunti che arrivano direttamente dalla cronaca.

È la storia di Alberto, coinvolto in un infortunio anomalo di un tossicodipendente che ignorava il suo stato. La situazione diventa sempre più grave, e Alberto cerca di aiutare il giovane, dapprima ad uscire dalla sua situazione, e poi persino ad uscirne in modo definitivo. La storia poi si snoda tra difficoltà burocratiche, studi legali, tribunali e ospedali, in un turbinìo di difficoltà che l’autore, nelle 133 pagine di lettura scorrevole del romanzo, intreccia con storie sentimentali nella vicenda di Alberto.

Il romanzo però, è anche un po’ lo specchio della vita di Verderosa, perlomeno dal punto di vista delle immagini fotografiche, i cui riferimenti, invece, non sono affatto casuali. Sono infatti ritratti molti dei personaggi reali (non protagonisti principali) citati nel romanzo: maestri e campioni di ballo, soprattutto, che l’autore ha conosciuto grazie alla sua grande passione, o semplici amici che hanno accettato di diventare protagonisti di questa, sia pur drammatica, storia de «L’ultima pagina del Vangelo».

Ma, a proposito, perché questo titolo? Nicola Verderosa fa parte di quegli immigrati partiti dalla Puglia e giunti a Torino nei primi anni Sessanta per cercare lavoro e, soprattutto, per ricominciare daccapo con la vita, sia pure in età giovanile. Nicola è cattolico, e lo spunto per terminare i due romanzi, prima e seconda parte, lo aveva ricevuto dalla sua stima con don Tonino Bello, per molti anni Vescovo di città pugliesi, quali Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi.

Nicola Verderosa – Torino AGV 2009. L’ultima pagina del Vangelo, Pagg.133