Il Comitato Ifi condivide la lettera di richiamo dell’Ue

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Con riferimento alla lettera di richiamo all’Italia inviata dall’Unione europea in cui si evidenzia il rischio che il meccanismo del Registro possa aumentare l’onere burocratico per gli operatori di mercato e diminuire la sicurezza degli investitori sulla possibilità di ottenere sostegno finanziario per i loro progetti, il Comitato Ifi dichiara nuovamente la necessità di una revisione del meccanismo del Registro con l’obiettivo ultimo di abbassare oneri e complessità burocratiche senza andare a favorire gli effetti speculativi che si sono innescati negli ultimi anni.

Ifi ribadisce, riassumendoli, i punti forti della propria proposta:

1. limitare l’introduzione del meccanismo del Registro agli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KWp;

2. non applicare il meccanismo del Registro per impianti fotovoltaici realizzati da Enti Pubblici e Pubblica Amministrazione;

3. non applicare il meccanismo del Registro per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici industriali la cui produzione di energia venga completamente auto consumata dall’attività asservita.

La soluzione indicata da Ifi non prevede l’eliminazione della presenza del Registro, ma auspica una più efficace promozione della generazione distribuita accompagnata ad una riduzione degli effetti speculativi nella realizzazione di impianti fotovoltaici.

«Ci siamo da sempre dichiarati contrari a misure che fossero depressive per il mercato degli impianti di taglia non speculativa – dichiara Alessandro Cremonesi, presidente di Ifi -. L’indicazione contenuta nello schema di Decreto di una soglia di Registro a soli 12 Kw o 20 Kw significa perdere il potenziale di crescita dell’energia distribuita per le piccole e medie imprese».

«Già prima del V Conto – prosegue Cremonesi – l’onere burocratico a carico di chi voleva installare un impianto fotovoltaico era scoraggiante. Con il meccanismo del Registro ad una soglia così bassa, si aggiunge anche l’incertezza dell’investimento. Chi deciderebbe di investire in un qualsiasi settore, senza conoscere a priori l’esito del proprio investimento?».

«In ultimo – conclude Cremonesi – ci aspettiamo, nel Decreto che dovrà essere varato oggi con il Parere della Conferenza Unificata, la presenza di un premio Made in Eu sull’utilizzo di componentistica europea, moduli tradizionali e moduli non convenzionali utilizzati per impianti con caratteristiche innovative, unico elemento potenzialmente in grado di riequilibrare l’assetto competitivo del mercato, gravemente turbato da politiche di dumping e di consentire alle imprese italiane ed europee di non essere estromesse di fatto da un settore tra i più promettenti per il futuro dello sviluppo economico del nostro Paese».

(Fonte Conca Delachi)