Sull’isola di Bornlohm è arrivata la «smart grid»

779
Tempo di lettura: 3 minuti

Il mix di energia è composto per oltre il 50% da fonti rinnovabili (3 dozzine di turbine eoliche e qualche centinaio di tetti pannellati di moduli FV), sono poi presenti una centrale a carbone, un generatore a diesel, un impianto di biomasse a cippato e una centrale di biogas da fermentazione di liquami zootecnici e rifiuti organici

Una sperduta isoletta danese nel Mar Baltico conosciuta essenzialmente come meta di vacanze diventa il banco di prova del funzionamento della più avanzata rete elettrica intelligente d’Europa. A Bornholm la smart grid rivoluziona il modo in cui si produce e gestisce l’elettricità sull’isola, soddisfacendo più efficientemente la richiesta in base all’effettiva disponibilità di generazione in un dato istante ed ottimizzando i flussi di consumo in relazione ad un prezzo appunto «istantaneo» dell’energia elettrica.
Il progetto, costato 4 anni di lavori e 21 milioni di euro (in parte finanziati dall’Ue), rientra nel programma comunitario EcoGrid finalizzato a testare un mercato dell’energia elettrica in cui anche gli utenti svolgono un ruolo attivo nella modulazione dei flussi grazie a l’introduzione di contatori intelligenti nelle abitazioni abbinati alla smart grid. Bornholm è un prototipo su scala reale di una rete dinamica capace di modulare la richiesta in base alla disponibilità di potenza elettrica, sull’isola la capacità di generazione complessivamente installata è pari a 56 MW.
Il mix di Bornlohm è composto per oltre il 50% da fonti rinnovabili (3 dozzine di turbine eoliche e qualche centinaio di tetti pannellati di moduli FV), sono poi presenti una centrale a carbone, un generatore a diesel, un impianto di biomasse a cippato e una centrale di biogas da fermentazione di liquami zootecnici e rifiuti organici.

Grazie alla flessibilità della smart grid, malgrado l’alta penetrazione di fonti intermittenti, la rete non è più esposta come prima alle criticità di una rete elettrica piuttosto debole, non è infatti più necessario affidarsi solamente ad un sistema di backup costituito da centrali termoelettriche tradizionali o dipendere dall’elettrodotto trifase sottomarino che la collega al Continente (colpevole di 4 blackout in 10 anni).
La rete intelligente di Bornholm non si limita a regolare i flussi di potenza ma fa diventare una parte dei 41mila residenti sull’isola dei «produttori» virtuali in grado di vendere energia ad altri attraverso la rete. La smart grid di Bornholm (collegata alla rete nazionale svedese e interconnessa con l’intero sistema elettrico scandinavo) è in grado di decidere in tempo reale, a seconda del differenziale del prezzo sugli altri mercati, se è il momento più conveniente per importare kilowattora a basso costo o se l’andamento dei prezzi elettrici sui mercati rende interessante esportare l’energia prodotta sull’isola magari inducendo una riduzione del consumo complessivo delle utenze per creare questo surplus.

Il cuore tecnologico si trova presso la Technical Univeristy of Denmark a Copenhagen che controlla in remoto il funzionamento di questo laboratorio per un sistema elettrico del futuro. I monitoraggi dei consumi sono affidati a contatori intelligenti installati presso le abitazioni e gli esercizi commerciali. Agli isolani è stato chiesto di comunicare preventivamente il tipo di fornitura desiderata a seconda dei consumi ipotizzati ed in relazione al proprio stile di vita (dalla temperatura negli ambienti domestici alla necessità di ricaricare veicoli elettrici).
In base queste informazioni è stato sviluppata una griglia di parametri per ciascuna abitazione tenendo conto anche delle caratteristiche di isolamento della costruzione. I contatori ricevono ogni 5 minuti dati aggiornati del prezzi che si forma incrociando in tempo reale la domanda e l’offerta di pacchetti di energia elettrica da produrre/consumare sull’isola. Elaborando queste informazioni con algoritmi che tengono conto dell’orario, del meteo e dei consumi programmati di una specifica utenza, il contatore è automaticamente in grado (comunicando via wireless con una smartbox installata nell’abitazione) di attivare, spegnere l’impianto di riscaldamento o di ridurre di un paio di gradi la temperatura dell’abitazione. Altri 500 utenti partecipano anche in veste di prosumer, immettendo nella rete l’elettricità autoprodotta con i pannelli fotovoltaici. Mentre i restanti 1.900 nuclei familiari che hanno aderito all’iniziativa utilizzano il contatore intelligente come terminale informativo sui propri consumi ma senza applicazioni M2M (macchine che si parlano tra loro).
Non è stata la promessa di un calo del peso delle bollette ad invogliare ad un’adesione massiccia al progetto. Infatti, diversi studi confermano che i maggiori risparmi derivanti da un utilizzo più efficiente dell’elettricità non sono un driver sufficiente a stravolgere le abitudini dei consumatori. Tuttavia, si è rilevato che una maggiore consapevolezza dei propri consumi energetici facilita la penetrazione del vettore elettrico (dalla mobilità alle cucine a induzione, alle pompe di calore) come una scelta giudicata obbligata per raggiungere uno stile di vita più eco-sostenibile.