Ogm – Un decreto vieta la coltivazione del MON810

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Plauso della Cia: «Siamo fermamente convinti che gli Ogm non servono alla nostra agricoltura diversificata e saldamente legata alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali. La nostra contrarietà non è ideologica. Siamo, infatti, convinti che in Italia ed in Europa è possibile produrre colture libere da biotech, con beneficio per l’ambiente, la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori»

I ministri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente hanno firmato un decreto che vieta la coltivazione del mais Ogm Mon 810 prodotto da Monsanto. La validità del decreto è fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002 che prevedono, tra l’altro l’adozione di norme per garantire la coesistenza tra varietà tradizionali, biotech e biologiche e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Si rafforza così la linea contraria al biotech in Italia.

Il presidente della Cia Giuseppe Politi commenta positivamente il provvedimento sottoscritto dai ministri. «L’atto compiuto dai nostri ministri va nella giusta direzione. Infatti, è necessario impedire la coltivazione di Ogm in Italia e il governo deve procedere, rapidamente, all’attivazione della clausola della salvaguardia come richiesto fermamente anche dalle Regioni».
Il presidente della Confederazione italiana agricoltori ha aggiunto: «Siamo fermamente convinti che gli Ogm non servono alla nostra agricoltura diversificata e saldamente legata alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali. La nostra contrarietà non è ideologica. Siamo, infatti, convinti che in Italia ed in Europa è possibile produrre colture libere da biotech, con beneficio per l’ambiente, la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori».
«D’altra parte, i consumatori italiani – ha rimarcato il presidente della Cia – si sono detti contrari alle manipolazioni genetiche in agricoltura. E questo conferma l’impellente esigenza che l’Italia mantenga il territorio nazionale libero da Ogm, al di là delle decisioni che verranno adottate dall’Unione europea».
«Questo, tuttavia, non significa che la nostra posizione sia oscurantista. Da parte della Cia – ha avvertito Politi – non c’è alcuna preclusione nei confronti della scienza e della ricerca. Il tutto, comunque, deve essere fatto nel pieno rispetto del principio di precauzione e della tutela delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani».