Altro passo verso la realizzazione di Iter

786
Enea simboli loghi
Tempo di lettura: 2 minuti

Un edificio per l’impianto sperimentale per la fusione nucleare. Saranno realizzati componenti e impianti per le attività di sperimentazione del reattore a fusione. Il progetto vede impegnato il Consorzio Rfx di Padova, di cui fanno parte l’Enea, il Cnr, l’Infn e l’Università di Padova

Con la consegna di Prima (Padova Research Iter Megavolt Accelerator), l’edificio che ospita un impianto sperimentale per la fusione nucleare, avvenuta presso l’Area della Ricerca del Cnr di Padova, il sistema Italia registra un ulteriore progresso tecnologico per la realizzazione di Iter. Prima è un laboratorio che ospita un acceleratore di fasci neutri, che serve per il riscaldamento del plasma e per l’avvio del processo di fusione del reattore sperimentale Iter. Il progetto vede impegnato il Consorzio Rfx di Padova, di cui fanno parte l’Enea, il Cnr, l’Infn e l’Università di Padova.

Questo risultato è stato ottenuto grazie ad una complessa attività di ricerca e sviluppo iniziata nei primi anni Novanta, quando l’Enea per prima cominciò ad orientare le proprie attività di ricerca verso lo sviluppo tecnologico del reattore dimostrativo, come coordinatore del programma italiano di fusione, e svolgendo successivamente anche un ruolo di supporto all’Industria, che si è rivelato determinante nella partecipazione alle gare internazionali per l’aggiudicazione dei componenti di Iter, ottenendo finora il 53% delle commesse europee, al netto delle gare per gli edifici.

Questo successo è dovuto anche al coinvolgimento delle industrie italiane del settore fin dall’inizio. Le nostre industrie hanno saputo cogliere l’opportunità di operare in un ambito strategico su attività di grande complessità che hanno permesso loro di ottenere risultati di eccellenza mondiale, nonché di acquisire un’alta qualificazione e di incrementare così la loro competitività anche in campi più convenzionali. Sono risultati di eccellenza che sono stati resi possibili mettendo a sistema un’industria altamente qualificata, dei laboratori di ricerca di eccellenza e una efficace attività di formazione.
Saranno le tecnologie hi-tech made in Italy: magneti superconduttori, camera da vuoto, sistemi di riscaldamento (l’impianto in costruzione a Padova), ecc., che dovranno garantire per decenni la sperimentazione in piena efficienza di Iter.