Nulla da perdere a provare le illusioni?

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E invece ci sono illusioni che fanno danni, per questo bisogna impegnarsi perché non passi il falso messaggio che esiste una medicina (ufficiale) che cinicamente si disinteressa all’uomo ed una medicina «altra» che propone ricette originali e quasi sempre «incomprese», soluzioni straordinarie a volte semplici come bere un bicchiere d’acqua, terapie che tengano conto del moto dei pianeti o della congiunzione fra le stelle

«E comunque non ci si perde nulla a provarlo»: è un po’ il refrain ripetuto magari senza troppa convinzione da chi, insieme o al posto di quello che è indicato come un rimedio sperimentato e verificato come il migliore o il più affidabile al momento in cui lo si afferma, si lascia ammaliare da false speranze o furbesche illusioni nel tentativo di curare malattie o di risolvere problemi.
«Non fa male, perché non provarlo?». Già, ma è proprio così? Davvero non fa male affidarsi alle cosiddette «cure miracolose»? E davvero non ha costi aggiuntivi ed ingiustificati? Davvero non produce danni alla società ed al malato? E come difendersi da questa giungla che tramite internet (ed i suoi pifferai magici) si è resa ancora più intricata e confusa, lasciando brulicare al proprio interno santoni e guaritori, pseudo scienziati e paragnosti, terapeuti dell’olio santo e non medici dalle mani magiche, con i loro corredi di veleni di serpenti e sottoscala impolverati? E davvero chi ha a cuore la salute dei cervelli e della scienza (oltre che la difesa dei diritti di chi rischia di essere imbrogliato o anche solo suggestionato) fa bene a rimanere in silenzio, in attesa che passi la buriana e tornino a prevalere la ragione ed il buon senso?
Il nostro punto di vista è che bisogna fare qualcosa e mobilitarsi in ogni momento perché non passi il falso messaggio che esiste una medicina (ufficiale) che cinicamente si disinteressa all’uomo ed una medicina «altra» (praticata quasi sempre da non medici) che propone ricette originali e quasi sempre «incomprese», soluzioni straordinarie a volte semplici come bere un bicchiere d’acqua, terapie che tengano conto del moto dei pianeti o della congiunzione fra le stelle.
Grazie a internet il mercato delle fandonie si è moltiplicato all’ennesima potenza ed il numero dei ciarlatani si è fatto davvero esplosivo con la conseguenza che i più deboli ed i più raggirabili cominciano, quando si trovano in momenti di bisogno, a girare per siti e fattucchiere mediatiche come una volta si bussava alla porta di comari e santoni nella speranza di eliminare una malattia o, nei casi più semplici, nella «certezza» di «togliere lo spavento» o «tagliare i vermi».
Ormai la rete e la tv ci propinano quotidianamente immagini e proposte di presunti scienziati che, nella colpevole distrazione di migliaia e milioni di scienziati e ricercatori seri, hanno da molti anni scoperto «la vera causa del cancro» o «la straordinaria terapia contro l’ipertensione o il diabete» quando non «i segreti per rimanere giovani per tutta la vita». Basta di volta in volta mangiare un frutto alle dieci di mattina (alle dieci, mi raccomando, non alle dieci e dieci!) oppure bere lentamente guardando il tramonto (ma pensando intensamente alla propria anima, sia chiaro!) o infine rimanere rilassati (possibilmente in una beauty farm di alto livello ed improponibili costi) con un po’ di pietre ben levigate sulla schiena.
Giusto: come avevamo fatto a non pensarci prima? Tutto così semplice, tutto così facile, tutto così «naturale». Ed a basso costo (anche se non sempre, anzi!). Al punto che «la medicina ufficiale» vi si oppone, imbrigliata nella logica omertosa del continuare ad intestardirsi nel voler risolvere il problema dell’ipertensione con i farmaci antipertensivi (oltre che con una ragionevole riduzione del consumo di sale) o quello del diabete con la somministrazione di insulina (oltre che con una modificazione virtuosa del proprio stile di vita e di alimentazione). Basta un bicchiere d’acqua, no? E allora perché non farlo? Cosa costa?
A parte che i costi non sempre sono pari a zero (la vicenda Stamina ed i fiumi di danaro sottratti a poveri pazienti sofferenti in nome del nulla scientifico dovrebbe insegnare qualcosa a chi troppo superficialmente pratica la tolleranza dell’ignoranza) le cose sono anche più complesse di come sembrano. Lasciarsi suggestionare dal mercato delle illusioni e dei falsi ricercatori paga molti scotti e non sempre senza conseguenze per chi consegna le proprie speranze, le proprie sofferenze e non infrequentemente la propria vita nelle mani di scienziati tristemente incompresi, di ricercatori senza ricerca, di illusionisti senza prove.
La cosiddetta medicina delle notizie, inserita nel mercato delle montature mediatiche, ha alcune caratteristiche che è bene ri-conoscere, per non farsi infinocchiare e non trovarsi a pagare di tasca e di vita propria. «Dopo aver effettuato un test della saliva, un “medico della tiroide alternativo” mi diede delle compresse di un rimedio chiamato “adrenal glandular” e mi disse di ridurre le dosi dei farmaci per la tiroide che mi erano state prescritte. Avvertivo un forte dolore, e sono rimasta a letto per settimane, perdendo un anno intero della mia vita, per non parlare degli enormi costi dell’assistenza e del test inutile e fuorviante. Il mio consiglio è di non cadere nel mio stesso terribile errore e di non dare fiducia a persone che non sono medici abilitati», afferma una paziente, Christine, nel sito ufficiale dell’Aifa, che si sta battendo con una vera e propria campagna di informazione su questi temi, con la pubblicazione, sul proprio sito web, di un opuscolo consultabile e scaricabile da parte di tutti intitolato, non casualmente, «Non ho nulla da perdere a provarlo». Il sottotitolo, altrettanto chiaramente recita: «Cure miracolose: guida per il paziente», ed è tutto dire.
La pubblicazione propone di valutare con attenzione sia la autorevolezza e la solidità delle fonti informative e/o giornalistiche che veicolano determinati messaggi, sia la possibilità di entrare, proprio malgrado, in una spirale di costi inattesi o tenuti attentamente nascosti al paziente, il quale si ritrova, dopo un po’, a subire scelte oscure ed ambigue e che non godono di alcun fondamento scientifico riconosciuto. Per non parlare di costi emotivi e psicologici dei quali si parla sempre troppo poco ma che investono come uno tsunami persone già provate da una storia a volte difficile e complessa e che riguarda il proprio alterato stato di equilibrio biologico.
Quando si propone o si accetta una terapia (ma anche un approccio o una diagnostica) bisogna testardamente chiedere e chiedersi quali siano le evidenze scientifiche, quali le prove, quali i punti di sostegno di affermazioni (spesso perentorie quando non arroganti) fatte da «ricercatori» che troppe volte tendono a trascurare questo aspetto della vicenda e che invece sono alla base del metodo scientifico e della reale progressione razionale del sapere umano.
E bisogna sempre tenere a mente le norme condivise e rigidamente strutturate che sono alla base delle tecniche di sperimentazione clinica (non solo riferite ai farmaci, ovviamente) e che rappresentano la vera e reale garanzia per i cittadini ed i malati.
Il cammino della scienza è duro e pieno di asperità. Non infrequentemente è stato necessario tornare anche sui propri passi, certo. Bisogna tenere la mente aperta e disponibile a quanto di nuovo il pensiero umano è capace di immaginare. Il problema è che la scienza può (anzi deve) partire dall’immaginazione ma deve poi dotarsi della possibilità di verifiche concrete (e senza segreti di Pulcinella). Strappando il podio ai ciarlatani ed ai profittatori, specialmente quando si tratta di difendere la vita umana. La scienza è una cosa troppo seria per darla in mano agli stregoni: anche quando questi hanno imparato a suonare benissimo il piffero delle illusioni.