Alimentazione sana: ricominciamo dai bambini

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Chi ha fatto esperienza con il mondo dei piccoli sa che servono stimoli positivi per innescare il meccanismo della fame interiore e riguardo al mondo agroalimentare, dei consumi, dell’alimentazione e della gastronomia i bambini sono bombardati dall’aggressivo mondo dell’agroindustria che crea falsi miti e misconcetti tanto difficili da eliminare, quanto più l’età dei consumatori di domani avanza

«Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore» (
Maria Montessori).
L’illuminata Maria Montessori scriveva circa cento anni fa questa e tante altre massime, che risultano attualissime nonostante il mondo sia molto cambiato da allora. Eppure le intuizioni della pedagogista colgono aspetti intimi del modo di apprendere dei bambini, che sono vere sia per gli ipertecnologici bambini di oggi sia, per i bambini suoi contemporanei.
Chi ha fatto esperienza con il mondo dei piccoli sa che servono stimoli positivi per innescare il meccanismo della fame interiore e riguardo al mondo agroalimentare, dei consumi, dell’alimentazione e della gastronomia i bambini sono bombardati dall’aggressivo mondo dell’agroindustria che crea falsi miti e misconcetti tanto difficili da eliminare, quanto più l’età dei consumatori di domani avanza. Mucche produttrici di yogurt o di cioccolato, strani esseri (viventi?) senza pelle e testa chiamati polli che si trovano in vaschette di polistirolo, alberi di mele che producono frutti tutti i giorni… e sono molti altri gli esempi di prodotti o ingredienti la cui provenienza è totalmente ignota per la maggior parte dei bambini che subiscono un’incessante overdose informativa.
Un consumatore consapevole deve conoscere per potersi orientare e districare nella giungla dei supermercati, per saper leggere le etichette, deve aver fatto esperienza per riconoscere e conoscere frutta e verdura di stagione, per poter apprezzare odori e sapori dei prodotti della terra. La scuola dovrebbe e potrebbe colmare questo vuoto culturale; i tanti progetti che con non poca fatica stanno nascendo intorno ad una nuova cultura del cibo lo dimostrano e la ricaduta sui piccoli consumatori è importante.
La scollatura dal mondo reale si può colmare attraverso esperienze dirette di coltivazione, attraverso giochi che educhino ai temi centrali della qualità degli alimenti e alla nutrizione, attraverso esperienze di cucina che coinvolgono bambini di scuole elementari e medie come ci ha raccontato Loriana Abbruzzetti Presidente di Pandolea e promotrice del progetto «bruschetta vs merendina». «Sono coinvolti alunni e genitori, professionisti della cucina e assaggiatori di olio per appassionare i bambini attraverso un’esperienza diretta di cucina e degustazione di olio extravergine». In totale sicurezza e sotto la supervisione di attenti operatori i bambini manipolano farina, frutta, olio e tanti altri ingredienti di qualità, per la preparazione e la cottura di pane, focaccia, biscotti, marmellate e crostate. Il progetto sbarcherà anche all’Expo 2015 per l’elevato spessore didattico e per l’importanza degli attori coinvolti ovvero i bambini. Solamente dal basso si può ripartire, solamente lavorando bene con i bambini di oggi possiamo sperare di avere adulti più consapevoli domani.
Sarebbe un coraggioso messaggio da parte di chi tiene il timone della nazione introdurre materie come queste all’interno dei programmi delle scuole elementari e medie e non appoggiarsi a esperti esterni alla scuola per lo svolgimento di progetti ottimi ma limitati nel tempo. Perché non conferire la giusta dignità a questo mondo e istituire materie come orticoltura, educazione all’alimentazione o cucina?
«Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione» (M. Montessori). Mi piacerebbe che con questa visione le istituzioni oggi considerassero il bambino.

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