Proteggere il David, sarà la volta buona?

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La sua fragilità è stata appurata da studi e più volte sostenuta anche con interrogazioni, ora, dopo le scosse nell’area fiorentina, si fa più pressante. Franceschini ha assicurato l’intervento del ministero

È nota la sismicità del territorio italiano ed è anche nota la ricchezza archeologica e del patrimonio artistico. Eppure, si deve attendere l’evento sismico per correre ai ripari sia per le strutture abitative e luoghi pubblici sia per i beni culturali.
È accaduto puntualmente all’indomani delle scosse avvenute in provincia di Firenze e che hanno interessato lo stesso capoluogo, una «gemma» del nostro patrimonio, città d’arte di primaria grandezza.
Così ci si è ricordati della fragilità del David di Michelangelo. Un problema noto (anche questo) messo in risalto da uno studio sin dal 2003 dal prof. Antonio Borri del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia che lo ha evidenziato in una lettera inviata al ministro Dario Franceschini firmata insieme all’ing. Alessandro Martelli, Presidente del Glis.
Il ministro, infatti, qualche giorno fa aveva annunciato di aver comunicato alla sovrintendente del Polo Museale Fiorentino Alessandra Marino che il Ministero si farà direttamente carico della somma di 200.000 euro necessaria per la progettazione e la realizzazione della pedana antisismica per il David di Michelangelo.
Un intervento che sembra tempestivo per chi non sa di un convegno ad hoc che si tenne nel 2004 in cui, insieme al prof. Borri, Alessandro Martelli illustrò la pericolosità in cui versava l’opera michelangiolesca. Ma lo sciame polemico praticamente non si è interrotto tanto che vi furono due interrogazioni parlamentari dell’on. Alessandri (la prima in novembre 2008 e la seconda in gennaio 2009). Alla seconda interrogazione rispose il ministro Bondi che in pratica negò l’urgenza di tale intervento, poggiando la sua risposta su una verifica effettuata dalla direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze insieme alla restauratrice che aveva partecipato al restauro della statua del David di Michelangelo nel 2004.
Ora, Il ministro Franceschini, nella sua comunicazione, fa riferimento al progetto di protezione che è «in fase di studio avanzato da parte del Museo dell’Accademia».
Non ci resta, quindi, che sperare, come si augura Antonio Borri, «che si possa proprio dire che finalmente “si cambia verso”, e sentire che viene intrapresa una azione di tutela adeguata all’importanza di questo capolavoro riempie di soddisfazione, confidando che la scelta operativa cadrà sul sistema più idoneo».