Fallita per colpa dello Stato

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Per la realizzazione e la gestione del Sistri, il Ministero, a fronte di un corrispettivo pari a circa 336 milioni di euro, che avrebbe dovuto pagare in cinque anni a partire dalla sottoscrizione del contratto (2009-2014), ha finora corrisposto a Se.Ma. in tutto 46,1 milioni di euro e ciò, pur avendo Se.Ma. sempre dato piena e regolare esecuzione alle proprie obbligazioni contrattuali

La Selex Es, società del gruppo Finmeccanica che, attraverso la controllata Selex Se.Ma. gestisce il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri), ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm).
Secondo quanto apprende l’Adnkronos, il ricorso, presentato il 4 agosto, contesta la legittimità di requisire il sistema realizzato dalla Selex Se.Ma., società attualmente in liquidazione, senza il previo esborso, a favore di quest’ultima, del valore dell’investimento sostenuto in quasi sei anni di attività e non recuperato.
Secondo quanto si legge, infatti, nel ricorso «per la realizzazione e la gestione del Sistri, il Ministero, a fronte di un corrispettivo pari a circa 336 milioni di euro, che avrebbe dovuto pagare in cinque anni a partire dalla sottoscrizione del contratto (2009-2014), ha finora corrisposto a Se.Ma. in tutto 46,1 milioni di euro e ciò, pur avendo Se.Ma. sempre dato piena e regolare esecuzione alle proprie obbligazioni contrattuali. Peraltro, una serie di norme intervenute in costanza di esecuzione del rapporto ne hanno fortemente condizionato l’attuazione sul piano economico-finanziario, senza che il Ministero abbia mai dato seguito alle ripetute richieste dell’odierna ricorrente di provvedere, ai sensi della legge e del contratto, al suo riequilibrio».
L’inadempimento del Ministero avrebbe dunque portato «la società a una situazione di insostenibile asfissia finanziaria, cui ha fatto seguito la liquidazione ex art. 2447 c.c., deliberata in data 10 marzo 2015» . Per questo «il 2 aprile 2015, Se.Ma. ha citato il Ministero innanzi al Tribunale di Roma per inadempimento contrattuale, chiedendone la condanna al pagamento di 186.605.714 euro, Iva inclusa, oltre i danni».
Sappiamo che la questione Sistri è andata avanti con il bando indetto dalla Consip, per conto del Ministero, per la selezione del nuovo affidatario del sistema. Il bando, si legge nel ricorso, «individua i diversi servizi operativi oggetto della concessione ed i relativi servizi strumentali. Per quanto interessa, tra questi è prevista la “Presa in carico e gestione del sistema attualmente operativo”, senza alcuna regolamentazione delle condizioni economiche del subentro».
Tale circostanza avrebbe generato nella società il sospetto che il Mattm/Consip abbia inteso disporre, mettendola a gara, dell’infrastruttura realizzata e gestita da Se.Ma. senza la previa corresponsione, a favore della stessa, del valore dell’investimento che non risulta allo stato attuale recuperato.
Al giudice, dunque, viene chiesto di accertare la situazione in essere andando pertanto a chiarire che l’infrastruttura non si trasferirà automaticamente al Mattm alla data del 31 dicembre 2015, che ricordiamo essere la data di scadenza dell’ulteriore proroga delle sanzioni Sistri.
Questo quanto pronuncia il ricorso ma vediamo in termini pratici tutto ciò cosa vuol dire.
Si attendeva con ansia una svolta nella questione del tracciamento elettronico dei rifiuti, e questo, non dimentichiamo, per ridurre i costi sostenuti dalle imprese e gestire in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell’illegalità, e invece ci troviamo, ad un passo dal 2016, a vivere una situazione che potrebbe decretare la fine quanto meno temporanea di tutto il vizioso complesso. In termini pratici è questo quello che rischia di essere l’effetto del ricorso presentato al Tar del Lazio dalla Selex.Es, nei confronti del Mattm.
La società, nel ricorso, ricorda al Ministero le sue prolungate insolvenze, che al netto delle discutibili prestazioni del sistema elaborato e gestito da Selex, vanno risolte. Ciò significa, come sottolineato anche da Ricicla.tv nell’articolo «Sistri: rischio stop», che programma e server del Sistri restano in mano a Selex, che non ha nessuna intenzione di cederle al Ministero se prima quest’ultimo non paga.
Insomma un ombra che apre almeno due quesiti differenti di discussione.
Il primo è chiaramente il dubbio sugli effetti che questo ricorso avrà sull’avanzamento della gara indetta dalla Consip; il secondo è certamente il futuro del Sistri e di come lo stesso andrà ad essere modellato nella gestione, vincolata da norma, delle operazioni di gestione rifiuti per tutte le aziende di settore obbligate al suo utilizzo.
E in merito a questo secondo punto, essendo la Selex Se.Ma. in liquidazione, immaginando rallentamenti nell’assegnazione della nuova concessione, non si potrà procedere, a fine anno, con la solita ennesima proroga in quanto sarebbe surreale prolungare l’affidamento della concessione ad una società in liquidazione.
Inevitabile sarebbe, a quel punto, un annullamento della normativa di settore che regola il Sistri e i suoi obblighi. Insomma una situazione paradossale, decisamente bizzarra, che richiede una soluzione in tempi brevi.
Un sistema che ha più volte visto l’intervento della magistratura, un contratto, quello di assegnazione del Sistri alla Selex Se.Ma. S.p.A., che è stato ritenuto illegittimo dall’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp), e il tutto giunto ad un retroscena surreale dove è la Selex ora a richiedere i danni per inadempimenti contrattuali.
E intanto le aziende attendono i rimborsi per un contributo annuale versato negli anni 2010-2012, soldi buttati per un sistema inesistente.