Sì alla Shell nello Jonio

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Il governo Renzi non sente ragioni e autorizza le ricerche della Shell nel Mar Jonio. Secondo la Ola quanto sta accadendo è solo l’inizio di quanto potrà accadere in futuro con la petrolizzazione dell’intera regione. Dimostra che da solo il referendum proposto dalle 10 Regioni sull’abolizione di parte dell’articolo 38 della legge sblocca Italia e delle norme del decreto sviluppo non sono sufficienti. Contro i due provvedimenti è possibile ricorrere al Tar

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, denuncia all’opinione pubblica che con Dec Via del ministero dell’Ambiente rilasciati dal ministero dell’Ambiente in data 13 Ottobre 2015 scorso, e nonostante i pareri contrari delle Regioni Basilicata e Puglia, di numerosi comuni rivieraschi, della Ola e di altre associazioni ambientaliste è stata autorizzata la Shell ad effettuare ricerche di idrocarburi nel Mar Jonio.

Shell-JonioLe istanze sono la d73 F.R- SH (vedi Dec Via) e la d74 F.R- SH (vedi Dec Via). Il governo Renzi, forte anche della revisione del Titolo V, votato in Senato la scorsa settimana, non sente dunque le ragioni dei territori ed autorizza le ricerche di idrocarburi della Shell nel mar Jonio, a poca distanza dalle coste lucane, pugliesi calabresi.

Secondo la Ola quanto sta accadendo è solo l’inizio, purtroppo, di quanto potrà accadere in futuro con la petrolizzazione dell’intera regione. Dimostra che da solo il referendum proposto dalle 10 Regioni sull’abolizione di parte dell’articolo 38 della legge sblocca Italia e delle norme del decreto sviluppo non sono sufficienti.

Contro i due provvedimenti del ministero dell’Ambiente che autorizzano la Shell ad effettuare ricerche di idrocarburi nel mar Jonio è possibile ricorrere al Tar (è scritto nei decreti Via del ministero dell’Ambiente) entro 30 giorni.

È necessario ora che le comunità si mobilitino, così come hanno fatto le popolazioni abruzzesi a Roma contro il progetto Ombrina Mare della Rockhopper, per difendere il mare e le economie legate al turismo, all’ambiente e all’agricoltura il cui sviluppo non si coniuga con il futuro fossile imposto dal governo Renzi per il mare e il territorio della Basilicata, quantunque dicano in queste ore alcuni soloni non solo appartenenti alle istituzioni.