La vita permette la vita, ecco la funzione della biodiversità

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Un nuovo vigore sta attraversando i laboratori e i ricercatori. E la prova ne è la ricerca di Roberto Cazzolla Gatti che si sta affinando ed inserendo in un dibattito sempre più internazionale. Pubblicheremo a breve una serie di articoli del ricercatore, su vari argomenti di attualità, in cui verrà illustrato lo iato che si sta perpetrando fra gli interessi politico-commerciali e gli interessi reali del pianeta

Roberto C Gatti
Il dott. Roberto Cazzolla Gatti

Dall’accelerazione degli studi sull’ecologia che ha visto dagli anni 60 un fiorire di approfondimenti concretizzatisi in leggi a salvaguardia degli ambienti, siamo arrivati ai giorni nostri all’avanzare di forme che contraddicono nei fatti, per ignoranza soprattutto e per interesse poi, il livello raggiunto.
Dai negazionisti, alla sistematica distruzione della biodiversità attraverso gli abusi e la vandalizzazione delle aree protette. Segno tangibile sono la battaglia per la sopravvivenza del lupo, la denuncia fatta proprio oggi dal Wwf a proposito delle aree protette e il degrado crescente, da noi denunciato in una recente inchieste a proposito dei Parchi.
Ma gli studi non sono fermi, anzi. Un nuovo vigore sta attraversando i laboratori e i ricercatori. E la prova ne è la ricerca di Roberto Cazzolla Gatti che si sta affinando ed inserendo in un dibattito sempre più internazionale.
In un comunicato lanciato in rete si illustra la sua affascinante teoria. 
«Se la competizione – si legge – è il driver principale evolutivo, perché ci sono tante specie in grado di coesistere all’interno dello stesso ecosistema, invece di averne poche che dominano? Questa è una lunga e importante domanda in ecologia. Molte idee sono state proposte nel tentativo di spiegare questo paradosso evolutivo. La maggior parte di esse sono basate sull’importanza di nicchie ecologiche per il mantenimento di ambienti differenziati contro quelli dominati.
«Nel 2011, il dott. Roberto Cazzolla Gatti, professore associato in Ecologia e biodiversità all’università statale di Tomsk (Russia) ha proposto la «teoria della differenziazione delle nicchie biodiversità-dipendenti», sostenendo che le specie sono gli architetti della biodiversità, con l’aumento in proporzione del numero di nicchie potenzialmente disponibili in un determinato ecosistema. Lungo linee simili, ma in modo indipendente, l’idea di vedere l’economia, la biologia e l’ecologia come emergenti sistemi autocatalitici (rete autosufficiente di entità reciprocamente “catalitiche”) è stata suggerita dal Dr. Wim Hordjik, ricercatore presso l’Istituto Lorenz Konrad per la ricerca dell’evoluzione e la conoscenza, Klosterneuburg (Austria) e il famoso vincitore del McArthur Fellowship, Prof. Stuart Kauffman dell’Istituto per i Sistemi di biologia, Seattle (Usa)».

Pubblicheremo a breve una serie di articoli di Roberto Cazzolla Gatti, su vari argomenti di attualità, in cui verrà illustrato lo iato che si sta perpetrando fra gli interessi politico-commerciali e gli interessi reali del pianeta.