Ma questa è l’acqua che si beve in Puglia?

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foto di Michele Tropiano
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Un’agghiacciante sequenza di foto di Michele Tropiano segnala un evidente inquinamento del Pertusillo. «La diga del Pertusillo alimenta vari acquedotti di Puglia, Calabria e Basilicata ed è un patrimonio naturale inestimabile» evidenzia Piernicola Pedicini in una interrogazione urgente alla Commissione Ue

«Ho appena presentato un’altra interrogazione urgente alla Commissione Ue per denunciare la presenza di petrolio nel lago del Pertusillo. Si tratta di un disastro enorme che temevo potesse accadere ed è successo. L’allarme lo avevo lanciato più volte e con tutti i mezzi, ma la Regione Basilicata, il governo italiano e la Ue hanno sempre ignorato le denunce presentate. È la quinta interrogazione che ho inoltrato in due anni, oltre ad aver fatto numerosi interventi in commissione Ambiente e Sanità del Parlamento europeo. Bisogna intervenire subito per affrontare l’emergenza. La diga del Pertusillo alimenta vari acquedotti di Puglia, Calabria e Basilicata ed è un patrimonio naturale inestimabile».
È l’accorato attacco di una interrogazione urgente alla Commissione Ue fatta da Piernicola Pedicini (M5S). Una situazione che prima o poi doveva esplodere data la mollezza con cui il problema è stato affrontato da sempre dai politici, né i silenzi, al tempo di internet, rendono bene all’immagine che si vuol dare se alle foto non corrispondono i fatti e le politiche.
Ed infatti arrivano su Facebook le foto di Michele Tropiano che amaramente commenta: «Ho visto il lago in un mese diventare da blu a marrone a nero, non so cosa accade. Ma qualcuno deve dirci qualcosa. Cosa sta accadendo?».
E qualcosa si saprà, forse, ma con calma, a giudicare dai tempi di altri casi simili. Intanto è stato convocato per domani alle 10 un tavolo di lavoro in sala Verrastro, a Potenza, presieduto dal governatore lucano, Marcello Pittella, accompagnato dall’assessore Francesco Pietrantuono. Pittella ha dichiarato: «Pronti ad adottare tutti gli eventuali provvedimenti necessari (anche i più forti sul piano amministrativo) per tutelare l’ambiente e salvaguardare la salute umana».
Speriamo che non ci propinino notizie camomilla per poi scoprire singolarmente, come sottolinea Pedicini che «è singolare che proprio oggi si sia saputo che la Provincia di Potenza abbia comminato una multa di 800mila euro all’Arpab perché a ottobre del 2013, al termine di analisi in una contrada di Montemurro, dove ci sono i pozzi di reiniezione di scarti petroliferi, pur avendo rilevato tracce di idrocarburi nelle falde acquifere superiori a quelle previste dal tetto indicato dalla legge, l’organismo del controllo ambientale della Regione Basilicata non avrebbe comunicato lo sforamento della soglia di sicurezza».