Tra cielo e terra. Appunti e riflessioni sugli uccelli

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«Guardate gli uccelli del cielo. Guarda, e cioè osservali con occhio curioso, come il marinaio viene a vedere al mattino le reti gettate durante la notte, o come il medico esamina l’ammalato, o come il fanciullo guarda i grandi quando essi fanno qualcosa che giammai ha visto prima. Così bisogna guardare gli uccelli, senza spirito errante, né pensieri distratti e, se possibile, con meraviglia»

Una antologia nata dal desiderio di commemorare il bicentenario della nascita di Henry David Thoreau, questo alla base del «Tra cielo e terra. Appunti e riflessioni sugli uccelli» volume tradotto e curato da Stefano Paolucci ed edito da Piano B.

Tra cielo e terra è una raccolta di brani ispirati all’osservazione degli uccelli, una pratica che Thoreau svolse costantemente nell’arco della sua vita. Un suo stare nella natura come è per lui anche camminare, andare in barca, osservare i pesci e gli altri animali, studiare piante o semplicemente immergersi nei colori di un tramonto.

Un osservare che ha quasi sempre come sfondo il cangiante paesaggio naturale della natia Concord dal quale, tranne per brevi escursioni fuori zona, Thoreau non se ne allontanò mai.

CIELO E TERRA COVER1Ma non sono solo gli uccelli i protagonisti dei suoi racconti, i brani presenti nel libro provengono da svariate opere di Thoreau scritte in un lasso temporale che va dal 1840 al 1861, ma è l’osservatore, Thoreau stesso, ad accompagnare i racconti facendoci percepire elementi importanti della sua vita quotidiana, le sue riflessioni, impressioni.

Gli uccelli pertanto sono una sorta di pretesto per raggiungere Thoreau e viceversa. Perché vedere gli uccelli non basta, è necessario ma non sufficiente.

«Guardate gli uccelli del cielo. Guarda, e cioè osservali con occhio curioso, come il marinaio viene a vedere al mattino le reti gettate durante la notte, o come il medico esamina l’ammalato, o come il fanciullo guarda i grandi quando essi fanno qualcosa che giammai ha visto prima. Così bisogna guardare gli uccelli, senza spirito errante, né pensieri distratti e, se possibile, con meraviglia».

E osservare per Thoreau non è solo guardare con meravigliata presenza di spirito ma è anche ascoltare con un orecchio acutamente sensibile ad ogni suono e capace di discernere il canto di un particolare uccello in mezzo ad un concerto di cinguettii.

Ma Thoreau non è solo un ornitologo e quindi al filosofo di Concord interessa anche vedere cosa gli uccelli della sua amata terra possono insegnargli, suggerirgli, ispirargli.

Una straordinaria empatia con gli animali, e la natura in generale, che rappresenta uno dei tratti più piacevoli del carattere di Thoreau il quale è quindi molto disturbato dall’atteggiamento della maggior parte della gente che riduce gli animali a bestie brute e creature inferiori. Al contrario lui li eleva al rango di suoi «concittadini», li chiama «amici», li considera suoi «fratelli» e questo, anzitutto, nel puro fatto di essere vivi e partecipi del mistero della vita. Un sentimento di comunione che gli fa ammettere amaramente: «Se pensiamo, che miseranda razza di vita è la nostra, a mangiarci i nostri fratelli animali!».

Un bird-watcher antesignano che va per boschi con il suo fido cannocchiale, un «poeta naturalista» amante delle scienze naturali, che osserva i regni naturali come entità vive, da amare e venerare e non oggetti di fredda e distaccata osservazione.

Thoreau osserva ma non uccide perché «la conoscenza che si può ricavare dall’anatomia non è paragonabile alla conoscenza che si ricava dallo studio di una creatura vivente».

Gli uccelli per Thoreau quindi non vanno né uccisi né catturati, bensì afferrati con le retine degli occhi, non con le mani ma col cuore in mano.

Aquile, tordi, civette, caprimulgi, il picchio muratore, la cincia capinera, la ghiandaia, il corvo, il tetraone dal collare, il falco, l’allodola, il junco occhiscuri, l’averla e poi ancora anatre, gabbiani, oche, il passero cantore, l’azzurrino e tante altre le specie di uccelli osservate da Thoreau nelle sue giornate, durante tutte le stagioni dell’anno e nel loro vivere quotidiano.

Nel libro sono presenti le tavole tratte dai nove volumi della American Ornithology; or, the Natural History of the Birds of the United States del naturalista e illustratore Alexander Wilson, considerato il padre dell’ornitologia americana.